Politica

Se il parroco se la prende con i cardinali che stringono la mano a Berlusconi

ChiesaPer la serie la mattina andando alla Messa… Io ci provo quasi tutte le mattine, sono della filosofia che più uno pecca più deve rimediare anche
pregando (come mi ricorda l’amico sacerdote citando sant’Agostino “pecca fortiter, sed ama fortius”. Sono della filosofia che il pane quotidiano aiutare ad aumentare e che a pregare si impara pregando. Sono della filosofia che quella è un’ora guadagnata e non persa. In più sono della
filosofia che, lavorando in centro a Roma, accerchiato da chiese in cui si celebra la santa messa ogni mezzora, sarebbe doppio peccato non andarci perché di possibilità ce ne sono spesso. Ultimamente cerco di arrivare, prendendo l’autobus prima, alla celebrazione di un bravo sacerdote (cerco di non dare troppi dettagli per non farvelo rintracciare) che ha sempre un tono pacato, una voce calda e la sua
riflessione dopo il Vangelo è per me sempre radice di mie personali riflessioni che spesso hanno trovato anche posto in questo diario
quotidiano. Il Vangelo oggi parla del muto da cui Gesù scaccia il Demonio e dei ricchi arroccati nei loro palazzi. Il bravo sacerdote ha commentato invitandoci a chiedere a Dio la forza per convertirci e poi, per la prima volta, a meno
che io ricordi, si è addentrato in un discorso politico sociale dicendo che il Governo (poi si è corretto dicendo tutti i governi) pensa che sia la
ricchezza a dare la felicità mentre “la felicità viene dal Vangelo. Di ricchezza ce ne è troppa solo che non è equamente distribuita. C’è chi è
troppo ricco e chi troppo povero”. Fa una pausa, il bravo sacerdote. Poi, improvvisamente, dal pulpito dice così: “E’ scandaloso che il presidente del consiglio vada a proporre per Lampedusa un letamaio come quello dei casinò ed è scandaloso che i cardinali gli stringano le mani”. Alzo il mio sguardo. Lui finisce l’omelia io comincio a prendere appunti.
La messa finisce. Per la prima volta mi fermo perché voglio conoscere il parroco, a lui presentarmi, in modo pacato, non solo come “sostenitore” di Berlusconi ma soprattutto come “sostenitore” di Santa Madre Chiesa. Gli dico che io tutte le mattine partecipo alla sua messa per sentirmi bene, per capire cosa mi dice oggi il Signore e che ho trovato inopportuno il riferimento al premier
e soprattutto quello ai cardinali. Dico a lui che con lo stesso metro allora, la prossima volta in cui il Vangelo dirà “lasciate che i bambini vengano a me”, lui dovrebbe attaccare Vendola che vuole l’amore tra adulti e bambini. Gli dico che, secondo me, ci sono i luoghi adatti per presentare la dissonanza con le proprie gerarchie ecclesiastiche e non così in pubblico, dal pulpito. Lui dapprima chiede scusa per lo sfogo e per il turbamento arrecatomi ma poi peggiora la sua posizione in un colloquio breve, ma privato e che così deve rimanere: tra me, lui, nostro Signore e magari
domani il mio confessore. Esco e penso a tutte la mani che ha stretto il nostro Papa e tutti i Papa (compreso le indegne mie). Esco e penso a tutti gli incontri dei Cardinali ed alle altre mani che si stringono. Esco e penso a Gesù che, proprio domenica scorsa, nonostante lo scandalo di tutti, si accosta alla Samaritana, ad una donna….
Disorientato arrivo in ufficio. Disorientato scrivo questo pezzo sul mio blog. Disorientato recito un’Ave Maria.

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