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Renzi: «Le riforme se approvate varranno più di una legge finanziaria»

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Scritto da vocealta

legge-elettorale «Una buona legge elettorale, la semplificazione amministrativa, la riduzione dei parlamentari valgono più di una legge finanziaria, perché dà garanzie alla stabilità del sistema che l’Italia spesso non ha avuto». Lo ha detto il segretario del Pd, Matteo Renzi, rispondendo ai giornalisti a Firenze.

«Da quando è iniziato il percorso riformatore anche il mondo degli osservatori esteri sta guardando a questi provvedimenti con grande attenzione», ha inoltre sottolineato Renzi.

«A chi pensa di mettere i bastoni tra le ruote, diciamo che andiamo avanti decisi e sereni», ha concluso Renzi.

Il segretario del Pd Matteo Renzi e’ partito da Firenze diretto a Roma. Lo ha detto lo stesso sindaco lasciando una conferenza stampa sul piano strutturale. Non è stato specificato però quali sono gli impegni del sindaco che pero’ vorra’ seguire da vicino la ‘partita’ della legge elettorale visto che in tarda mattinata sono scaduti i termini per presentare gli emendamenti.

Forza Italia intanto torna a blindare l’accordo siglato tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi sulla legge elettorale e, nel giorno in cui scadono i termini per la presentazione degli emendamenti, una riunione mattutina ribadisce la ‘linea di fermezza’: sì a lievi modifiche ma l’impianto dell’Italicum non si tocca. Per gli azzurri, quindi, resta il no secco all’introduzione delle preferenze, ma paletti vengono posti – viene spiegato – anche sulla soglia di sbarramento del 5% per i partiti all’interno della coalizione. Dal Pd, ma anche da forze politiche ‘piccole’, arrivano emendamenti per un abbassamento della soglia al 4%, ipotesi per ora osteggiata dai forzisti. Altro paletto – sul quale peraltro si è registrata una piccola apertura degli azzurri – è sulla procedura per il ‘restyling’ dei collegi: Forza Italia vorrebbe mantenere l’attuale previsione, ovvero che il compito di disegnare i nuovi collegi spetti al Parlamento, mentre dal Pd si chiede che venga data una delega al governo.

Sono invece complessivamente una trentina gli emendamenti presentati dal Pd alla legge elettorale. Lo riferisce il capogruppo in commissione Affari costituzionali, Emanuele Fiano. Emendamenti, spiega Fiano, “trasversali” cioè presentati da diversi deputati, mentre l’unico emendamento unitario del gruppo è quello sulla delega al governo per la definizione dei collegi elettorali. Tema sul quale, aggiunge Fiano, convergerebbe anche Forza Italia. I temi degli emendamenti Pd riguardano l’abbassamento delle soglie di sbarramento per i partiti in coalizione (dal 5 al 4 per cento) e dei partiti che si presentano da soli (dall’8 al 6 per cento). Chiesto anche un aumento della percentuale di voti per ottenere il premio di maggioranza al 38 /40 per cento. Diversi emendamenti riguardano la parità di genere e alcuni propongono altri sistemi elettorali per una maggiore vicinanza tra elettori ed eletti. Altri, sempre firmati da singoli deputati, chiedono l’introduzione delle preferenze e le primarie per legge. «Non sono tutti unitari – spiega Fiano – per rappresentare le diverse sensibilità che ci sono nel partito, ma su questa riforma si gioca la tenuta del quadro politico e delle altre riforme». «Pensiamo che un miglioramento del testo sia non solo possibile ma auspicabile», conclude il deputato Pd.

E sono 11 gli emendamenti presentati alla legge elettorale dal gruppo del Nuovo centrodestra. Lo riferiscono fonti di partito. Tre di questi emendamenti contengono modifiche sul fronte delle preferenze: quindi – spiega una fonte Ncd – «Il 50% degli eletti saranno scelti con collegi uninominali e un altro 50% con doppia preferenza (uomo-donna)”. E ancora: il Ncd ha presentato un emendamento per reintrodurre le pluricandidature (ora vietate dal testo base) e un altro per sopprimere le norme contenute nel testo base che riguardano il Senato.

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