Il freddo fuori stagione dopo una prolungata siccità ha colpito gli alveari e ridotto drasticamente il raccolto primaverile di miele, con perdite di produzione in aprile e maggio 2023 fino all’80% rispetto alla stagione precedente. Questa è stata la conclusione a seguito di un’analisi condotta dalla Coldiretti in occasione della Giornata mondiale delle api. L’associazione ha scritto che i raccolti di miele nei quasi 45.000 alveari della Romagna curati da circa 1.800 apicoltori sono stati quasi annullati.
«Le bufere di pioggia e vento e il crollo delle temperature in diverse parti d’Italia hanno impedito alle api di volare e danneggiato i fiori facendo crollare le produzioni dopo che – sottolinea la Coldiretti – nel 2022 a livello nazionale sono stati raccolti 23 milioni di chili di miele grazie 1,5 milioni di alveari curati da circa 73mila pastori delle api dalla Lombardia alla Puglia, dalla Emilia Romagna alla Toscana fino alla Campania».
La produzione in calo lascia spazio alle importazioni dall’estero, destinate a crescere del 12% a oltre 26,5 milioni di kg nel 2022, da Paesi dove trasparenza e sicurezza alimentare non sono sempre state stellari. La Coldiretti ha infatti evidenziato che quasi un campione su due (46%) di miele importato in Ue tra il 2021 e il 2022 era sospettato di adulterazione, secondo l’indagine “From the hives” del Centro comune di ricerca (Ccr) della Commissione europea.
A registrare la percentuale più alta di campioni sospetti è stato il Regno Unito (100%), seguito dalla Turchia (93%) e dalla Cina (74%). La Coldiretti sottolinea che si tratta di uno scenario preoccupante: l’Italia importerà oltre 26,5 milioni di kg di miele dall’estero nel 2022, con le importazioni dalla Turchia +146% e dalla Cina +66%. Invece, le importazioni dalla Romania e dall’Ucraina sono aumentate rispettivamente del +134% e del +83%.