Il Salone del Libro di Torino si trova al centro di un duro confronto politico sul tema dell’antifascismo e delle aperture mediatiche verso movimenti additati come neofascisti, su tutti Casa Pound. È prevista infatti al Lingotto Fiere la presentazione del libro “Io sono Matteo Salvini”, un’opera biografica sul leader della Lega scritta da Chiara Giannini con la prefazione di Maurizio Belpietro (direttore del quotidiano “La Verità” e del settimanale “Panorama”) pubblicata da Altaforte Edizioni, casa editrice considerata vicina a Casa Pound. Lo stesso Francesco Polacchi, capo della testata, ha ulteriormente alimentato il dibattito con le sue affermazioni.
Il mondo degli intellettuali e degli espositori si divide tra chi boicotterà l’evento per la presenza di Polacchi e chi invece preferirà protestare proprio in fiera. Lo scrittore Christian Raimo, consulente del Salone, si è dimesso dall’incarico, pur tuttavia confermando la sua presenza come privato cittadino. Non parteciperanno tra gli altri lo storico Carlo Ginzburg, il presidente dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) Carla Nespolo, il fumettista Zerocalcare (Michele Rech), la scrittrice Francesca Mannocchi e il collettivo di scrittori bolognesi “Wu Ming”. In contrapposizione, la scrittrice Michaela Murgia ha deciso di presentarsi lanciando l’hastag #iovadoatorino, al pari della collega Chiara Valerio e di molti altri.
Anche la politica è intervenuta nel dibattito. Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte (appartenente al Partito Democratico), ha espresso il suo punto di vista. «Da tempo ci troviamo davanti – dice Chiamparino – ad aperte apologie del fascismo e manifestazione politiche, penso a CasaPound o Forza Nuova, che esplicitamente fanno riferimento al nazismo e al fascismo. Il mio invito mio è che è tempo che su questi fenomeni le autorità preposte valutino se ci sono gli estremi di appellarsi alla Costituzione che vieta la rifondazione del partito fascista. In assenza di questo, al di là dei miei giudizi personali, cioè che non gradisco la presenza di quella casa editrice al Salone del Libro, altro conto è impedirle di esercitare un suo diritto».
Il sindaco di Torino (a guida Movimento 5 Stelle), Chiara Appendino, ha affermato che «Torino è antifascista. Questo semplice concetto in premessa deve essere molto chiaro, così come deve essere altrettanto chiaro che, in democrazia, non esistono alternative praticabili a questa posizione». Il sindaco, confermando la presenza del comune con un proprio stand, ha aggiunto che «di certo, non abbandoneremo il campo, perché le idee si combattono con idee più forti. Le nostre ci saranno e, insieme alle nostre, ce ne saranno tantissime altre. È solo con la cultura che possiamo porre un argine a ogni possibile degenerazione o ritorno di ciò che deve essere archiviato per sempre. Tanti e uniti. È così che si vince». Nel frattempo tre consiglieri pentastellati (in testa il capogruppo del Comune, Valentina Sganga) hanno richiesto ufficialmente l’esclusione dell’editore dalla fiera poiché «qualsiasi via intermedia, qualsiasi compromesso sancirebbe per il Salone una perdita sul piano culturale che non possiamo accettare».
Matteo Salvini, interpellato sul fenomeno, ha ribadito: «Non fatemi fare anche l'organizzatore dei Saloni del libro. La cultura è sempre cultura da qualunque parte venga. Se ci sono idee diverse è bello anche il confronto, ma fatemi fare ministro dell'Interno e non il ministro della cultura».