Domenica sera Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, su RaiTre, ha intervistato Papa Francesco in collegamento video da Casa Santa Marta, in Vaticano.
Il Papa rispondendo alle domande di Fabio Fazio si è soffermato sulla guerra e le attuali tensioni tra Russia e Ucraina, sulla situazione dei migranti e sulla necessità di una politica europea comune per affrontare le disuguaglianze sociali ed economiche.
La guerra, ha detto il Papa, è «un controsenso della creazione». Dio «crea gli uomini, e però subito vengono le guerre. È un controsenso della creazione. Per questo la guerra è sempre distruzione. Lavorare la terra, curare i figli, portare avanti una famiglia, lavorare per la società significa costruire. La guerra, invece, distrugge».
Il Papa poi ha parlato della «cultura dell’indifferenza – e ha precisato – C’è un problema di categorizzazione, di primo e secondo posto e le guerre, mi dispiace dirlo, in questo momento sono al primo posto. Bambini, migranti, poveri, coloro che non hanno da mangiare non contano, sono nelle categorie basse, non sono al primo posto. Nell’immaginario universale quello che conta è la guerra».
Il Papa ha aggiunto che un anno senza investire nella guerra e nelle armi si potrebbe «dare da mangiare e fare educazione per tutto il mondo in modo gratuito, ma questo è in secondo piano. Si pensa alle guerre, è duro ma è la verità. La prima categoria è la guerra, gli altri al secondo posto. Guerra ideologica, commerciale, di potere, per andare avanti e tante fabbriche di armi»
Per queste ragioni, ha spiegato il Papa, «si deve pensare alla politica migratoria e l’Europa deve farlo insieme», l’Unione europea dovrebbe mettersi d’accordo evitando che l’onere ricada solo su alcuni Paesi come l’Italia e la Spagna.
Papa Francesco ha parlato delle miserie e di “toccare il dolore“, un aspetto della vita che «ci porta all’eroicità – ha spiegato – penso a medici e infermieri hanno toccato il male durante la pandemia e hanno scelto di stare lì. Il tatto è il senso più pieno».
Il Papa si è soffermato anche sulla necessità di prendersi cura della Terra, del clima e dell’ambiente e ha rivolto un pensiero ai pescatori di San Benedetto del Tronto che gli hanno fatto visita. «I pescatori di San Benedetto del Tronto venuti da me hanno trovato una volta tonnellate di plastica e hanno ripulito quel tratto di mare. Buttare la plastica in mare è criminale, uccide la terra, dobbiamo tutelare la biodiversità, dobbiamo prenderci cura del Creato».
Un argomento che sta particolarmente a cuore a Papa Francesco sono i più piccoli che crescono in una società che li allontana sempre di più dai genitori. «Serve vicinanza con i figli: quando si confessano coppie giovani o parlo con loro chiedo sempre: “Tu giochi con i tuoi figli?” A volte sento risposte dolorose: “Padre, quando esco dormono e quando torno pure”. Questa è la società crudele che allontana i genitori dai figli. Anche quando i figli fanno qualche scivolata, anche da grandi, bisogna essere loro vicini, bisogna parlare ai figli. I genitori che non sono vicini non operano bene, devono essere quasi complici dei figli, quella complicità che permette di crescere insieme padri e figli».
Il perdono è un diritto umano, dice il Papa. «Dio ci ha fatto buoni ma liberi, la libertà è quella che ci permette di fare tanto bene ma anche tanto male, siamo liberi. Siamo liberi e padroni di prendere le nostre decisioni, anche sbagliate. La capacità di essere perdonato è un diritto umano, tutti abbiamo il diritto di essere perdonati se chiediamo il perdono. Abbiamo dimenticato che chi mi chiede il perdono ha il diritto di essere perdonato, se si ha qualche debito con la società va pagato ma col perdono. Il padre del figliol prodigo aspettava i figlio per perdonarlo».
“Perché soffrono i bambini?” è la domanda che Papa Francesco si è posto spesso senza riuscire a trovare una risposta. «Non c’è risposta – ha detto – Lui è forte nell’amore, l’odio la distruzione è nelle mani di un altro. Nel rapporto di Dio col Figlio potremmo vedere cosa c’è nel cuore di Dio quando accadono queste cose» Ha poi aggiunto «Gesù mai ha dialogato col diavolo: o lo caccia o gli risponde con la Bibbia, questo vale per tutte le tentazioni. Alla domanda perché soffrono i bambini trovo solo la risposta soffrire con loro. In questo ha ragione Dostoevskij».
Le notazioni più personali non sono mancate, Papa Francesco ha ricordato cosa desiderava da bambino, ha risposto a una domanda sugli amici e ha parlato dei suoi gusti musicali.
Fabio Fazio gli ha chiesto: «Si sente mai solo, ha amici?» E Francesco ha risposto: «Sì, sono un uomo comune, a me piace stare con gli amici, ne ho bisogno. Di amici ne ho pochi ma veri».
Sulla recente visita a un negozio di dischi a Roma il Papa ha precisato di esserci andato non per acquistare, ma per benedire il locale appena aperto da amici. Poi ha parlato dei suoi gusti musicali: «Mi piacciono i classici, tanto. E mi piace il tango». Alla domanda se sia vero che in passato lo abbia ballato, Bergoglio ha risposto: «Un porteno che non balla il tango non è un porteno», riferendosi alla sua vita a Buenos Aires.
«Da grande volevo fare il macellaio», ha raccontato Papa Bergoglio. «Quando andavo a fare la spesa con mia mamma e con mia nonna, vedevo che tutti pagavano il macellaio. E quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, dicevo: “Il macellaio, perché ha tanti soldi”. Questo è un po’ l’animo genovese che ho ereditato da parte di mia madre. Anche i piemontesi sono un po’ attaccati i soldi ma dissimulano… Più seriamente: ho lavorato tanto sulla chimica, la vocazione è arrivata a 19 anni quando stavo preparandomi a entrare nella facoltà di medicina. Ma la chimica mi aveva sedotto tanto, mi piaceva».
Chiudendo l’intervista il Papa ha chiesto di «pregare per me: e se qualcuno non prega, di mandare energie positive, pensieri positivi». Poi il Papa ha citato il film di De Sica “Miracolo a Milano”: «Lì c’era un indovino che mendicava chiedendo 100 lire. Io vi chiedo 100 preghiere».