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Morto Philip Roth, autore di “Pastorale Americana”

Scritto da administrator

Si è spento ieri all’età di 85 anni Philip Roth. E sicuramente questo nome non suonerà nuovo a molti. «Famiglia, famiglia, famiglia, Newark, Newark, Newark, New Jersey, New Jersey, New Jersey, ebrei, ebrei, ebrei». Non è una cantilena strampalata, ma le parole che questo scrittore e gigante della letteratura mondiale pronunciò in un’intervista. Questi i temi a cui sosteneva di ispirarsi, e in parte è così. Ma nella sua lista manca quello fondamentale, il sesso, di cui Roth scrisse ampiamente e in modo talmente vero e crudo per i suoi tempi da essere etichettato come autore “scandaloso”. Pubblicò Pastorale Americana del 1997, da cui è stata tratta la serie American Pastoral diretta dallo scozzese Ewan McGregor, di Addio Columbus, romanzo d’esordio del 1995, e poi de Il lamento di Portnoy” che lo consacrò tra i “mostri” della creazione letteraria. Roth osò sfidare con questo romanzo – e non solo – il pudore di un’America che ancora non era pronta ad affrontare tematiche così nuove, un’America che – ad esempio – non aveva mai letto digressioni così ampie sul tema della masturbazione.

Roth nasceva il 19 marzo del 1933 nel New Jersey, discendente di una famiglia ebraica emigrata dall’Europa nel 19° secolo. Si era laureato alla Bucknell University ed aveva conseguito un master in letteratura inglese all'Università di Chicago. I suoi primi libri erano stati pubblicati mentre insegnava a Chicago e, in seguito, all'Università della Pennsylvania, dalla Paris Review, su Esquire e sul New Yorker.

La sua poetica partiva, appunto, dalla vita familiare nella comunità ebreo-americana, che lo ha profondamente segnato nonostante non si dichiarasse un “ebreo osservante”. Scrisse più di 30 romanzi in cui racconta la società americana del secondo Novecento, toccando gli ideali americani e distruggendo le radicate convinzioni sulla morale dell’America di quei tempi.

Eterno candidato al premio Nobel, non lo vinse mai, e da molti questa venne considerata una sorta di “ingiustizia”. Nel 2010 l’allora presidente statunitense Barack Obama gli consegnò la National Humanities Medal, la più importante onorificenza americana per chi ha ampliato la conoscenza della natura e dello spirito umano.

Roth scrive storie giocando con la sua idendità e creando dei suoi alter ego. In un’intervista del 1984 alla Paris Rewiew ha dichiarato: «Creare false biografie, una storia immaginaria, plasmare un’esistenza mezza inventata dal dramma reale della mia vita, è la mia. Nella vita deve esserci un po’ di piacere: è questo».

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