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Prendete il caso francese delle ultime ore: Ilham Moussaid, 25 anni, più nota come “la candidata con il velo”, non è riuscita a farsi candidare da nessun partito francese e ha deciso di fondarne uno suo, con il quale si presenterà alle cantonali di fine marzo. Si chiama “Agire per la giustizia, contro il razzismo, l’esclusione e la violenza”, più in sintesi “Agite, sognate”.
Il grande salto nella politica, in un paese dove il velo è vietato per legge nelle istituzioni pubbliche, era previsto per le scorse regionali ma da un paio d’anni il gruppo di lavoro di Ilham si era associato al NPA (il Nuovo Partito Anticapitalista), l’unico partito che si era detto disponibile a candidarla anche in virtù delle idee femministe della giovane musulmana. Ilham è convinta infatti che indossare l’hijab in alcuni casi non sia una forma di sottomissione ma una scelta personale: “sono una femminista, lotto per i diritti delle donne, per l’eguaglianza con gli uomini, lotto per il diritto all’aborto, alla contraccezione”. La tradizione laica del NPA non è però riuscita a fondersi con la nuova portata dell’idee di Ilham Moussaid e su questo si è consumata una rottura che ha determinato di fatto l’impossibilità, per una ragazza francese musulmana, di tradurre in politica i propri ideali.
Ma “Agite, sognate” rappresenta proprio la reazione coraggiosa e, per ora, la soluzione che una giovane donna ha saputo adottare di fronte all’ennesima esclusione (da l’Avanti del 16 febbraio).