La Turchia, con l’unanimità dei 276 membri del Parlamento, è l’ultimo paese della NATO a ratificare i protocolli di adesione della Finlandia all’Alleanza Atlantica, seguendo l’approvazione dell’Ungheria dello scorso 27 marzo e chiudendo una questione aperta da quasi un anno.
Infatti, in risposta all’attacco russo in Ucraina, la Finlandia aveva chiesto ufficialmente l’ingresso nella NATO il 15 maggio 2022, poiché «la minaccia nucleare è molto seria, non possiamo più credere che ci sarà un futuro di pace accanto alla Russia restando da soli», aveva affermato la Premier Sanna Marin.
Tuttavia, nonostante la stessa richiesta fosse stata presentata pochi giorni dopo anche dalla Svezia, la Turchia si era subito opposta alla loro adesione per “legittime preoccupazioni di sicurezza nazionale”.
Il Presidente Recep Tayyip Erdoğan, infatti, aveva giustificato la sua decisione di veto con l’embargo all’esportazione di armi e, principalmente, a causa del sostegno che Finlandia e Svezia avevano offerto sui loro territori ai curdi del Pkk, l’organizzazione contro la quale la Turchia è in guerra dal 1984. «Parliamo di due Paesi che sostengono apertamente il Pkk e Ypg (curdi siriani che controllano la Rojava nel nord Siria) – aveva commentato la scorsa primavera il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu – organizzazioni terroristiche che attaccano le nostre truppe tutti giorni e questo rende la richiesta inaccettabile e oltraggiosa. Ne discuteremo con gli alleati Nato e con i due Paesi interessati».
Tuttavia, dopo aver ricevuto il Presidente finlandese Sauli Niinistö ad Ankara, Erdoğan aveva annunciato la revoca del veto lo scorso 17 marzo, trasformandosi poi nell’approvazione della richiesta proprio ieri. Ciò nonostante, Ankara ancora mantiene il proprio veto sull’ingresso di Stoccolma, separando, dunque, quel percorso congiunto che avevano perseguito insieme i due paesi baltici.