Politica

La storia del bue che chiama cornuto l’asino

Doverosa premessa: l’uscita di Letizia Moratti può piacere e non piacere. A molti, elettori, eletti o simpatizzanti del centrodestra, avrà fatto sicuramente storcere il naso. Perché chi crede fortemente in uno Stato autenticamente laico e liberale e in una politica basata sui progetti concreti, sui contenuti e sul sacro rispetto dell’individuo, non può certo cambiare opinione dalla mattina alla sera in base al colore o al partito di chi commette certi errori linguistici e strategici.

Ma fa onestamente sorridere l’indignazione di tutti coloro che, dopo quasi un ventennio di demonizzazione dell’avversario, di giustizialismo e di lotta politica incentrata sui bollettini delle procure, si accorgono, tutto d’un tratto, che così è peccato. Non si fa e non va bene.

I professionisti dell’antiberlusconismo hanno riscoperto all’improvviso il buon senso e il buon gusto, folgorati sulla via di Milano hanno ritrovato il valore del garantismo. Assomigliano tanto a quei vecchi playboy che, per necessità più che per libera scelta, a un certo punto scoprono la fede e i vantaggi spirituali di una vita casta e sobria. Se ci fosse un briciolo di coerenza, potremmo tutti sperare nella svolta dell’illuminazione e immaginare già un politica epurata da moralisti, giacobini e forcaioli. Fatta di confronti sereni, di idee e programmi alternativi.

Ma l’esperienza di tanti anni vissuti nella trincea della Seconda Repubblica costringe a smorzare subito gli entusiasmi e ad annullare le illusioni. A poche ore dal voto per le amministrative, tutto ciò è semplicemente strumentale alla causa. Per provare a vincere vale la pena di trasformarsi da lupo a cappuccetto rosso e rinnegare se stessi e anni di dure battaglie. Poi tornerà tutto come prima, o addirittura peggio: intercettazioni, bunga bunga, rivelazioni, scandali, dossier, santorini, travaglini e così sia.

Resta, nonostante il cinismo e l’ipocrisia tipicamente elettorale, una sola consolazione. Una piccola e in fondo non trascurabile soddisfazione. Forse i signori della forca hanno capito (anche solo per un breve istante), che cosa si prova quando la vita privata e la dignità della persona diventano armi di distruzione e distrazione di massa.

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