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La rassegna di SPIN (07-07-2015)

rassegna
Scritto da vocealta

rassegnaA dominare le prime pagine sono ancora le conseguenze della vicenda greca con i riflessi in politica internazionale, economica e interna. Attenzione ancora all’emergenza terrorismo. De Luca presenta la giunta con molte donne e un vice – sottolinea il Fatto Quotidiano – incompatibile. Pirlo abbandona Juve e Italia e va a giocare a New York.

Grecia

Il Corriere della Sera intervista con Paolo Valentino il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni che cerca di proporre una chiave interpretativa ‘ordinata’: “Le responsabilità non sono dei tedeschi ma di Atene per dove ci troviamo oggi, ma le decisioni non si prendono in vertici bilaterali. E poi bisogna valutare anche argomenti geopolitici: alleanze internazionali, collocazioni nel mediterraneo e nella Nato” (e magari anche intrusioni russe, nda). Infine: “Grecia ed Europa si pongano un obiettivo politico. Devono lavorare a un piano sostenibile di riforme e rientro del debito”.

Intervista esclusiva di Filippo Caleri su Il Tempo all’ormai ex ministro delle finanze greco Varoufakis che racconta la sua uscita dal governo e si leva qualche sassolino dalle scarpe. “Ho deciso da solo di dimettermi e non lascerò la Grecia”.

Secondo il Giornale – con Roberto Scafuri – “al Quirinale non piace l’Italia troppo filo tedesca e Mattarella si è incaricato di ‘correggere’ in tal senso palazzo Chigi. Basterà per far aggiustare il tiro al premier Renzi, uscito molto ridimensionato nella sua capacità di imporsi nello scacchiere europeo?

Il Corsera con Luigi Offeddu interpella l’economista tedesco Daniel Gros che mostra il nodo ellenico alla luce delle dinamiche interne tedesche e mitteleuropee: “è in corso un braccio di ferro Merkel-Schauble sulla linea da seguire”. E ancora: “Se Merkel e Hollande vogliono guidare l’Ue non devono pensare solo alla politica interna”. Ce n’è anche per Tusk: “pensa più alla Russia e ai problemi dell’Est, e non è molto in sintonia sulla Grecia”. Infine: “La Grexit costerebbe più dell’Argentina. L’eurogruppo va ripensato completamente”.

Interessante l’intervista a firma Marco Zatterin su La Stampa che intervista un esponente della maggioranza di governo polacca, il deputato popolare Saryusz-Wolski: “I polacchi non vogliono pagare più il conto. Le pensioni greche sono il triplo delle nostre. Un patto di stabilità più flessibile? Non è una buona idea e per questo non capisco Renzi: è nel suo pieno interesse che le regole siano rispettate e che tutti ne abbiano consapevolezza”.

Nelle stesse pagine Zatterin si occupa anche di cosa può accadere a breve – in sintesi accordo in extremis o crac senza via d’uscita – alla Grecia e delle richieste del governo ellenico per andare avanti: “dateci 30 miliardi per non fallire”.

Intanto, in Grecia la situazione non è delle migliori come descrive Matteo Pucciarelli su Repubblica: “Il day after dei greci. Rifiutati bancomat e card. Niente file davanti a sportelli e supermercati, ma le banche chiuse preoccupano. Turismo: cancellate 50 mila prenotazioni al giorno”.

Sul Corsera viene ospitato un intervento di Wolfgang Munchau: “Perché Angela Merkel dovrebbe accetttare di tagliare il debito. Lo sfacelo della linea finora adottata si manifesta in modo duplice: come perdita economica e sconfitta politica. L’unica via d’uscita è trattare”. E Antonio Polito nelle stesse pagine scrive: “La notizia che Varoufakis non sarà più al tavolo del negoziato è talmente buona per i fautori del compromesso che ha perfino rallentato la caduta dei mercati, evitando che si trasformasse in panico”. Al suo posto – sottolinea sul Sole 24 Ore, Vittorio Da Rold – giura Tsakalotos, economista di riferimento di Syriza e capo dei negoziatori.

Per Gustavo Piga, intervistato per il Giornale da Marcello Zacché, “ora serve un taglio all’austerità, non al debito”. Sottolinea l’economista: “cacciare i greci dalla moneta unica è come cacciarli dalla Ue e spingerli verso la Russia. Il significato della consultazione è che la democrazia esiste anche nella Ue ed è una sconfitta per gli antieuropeisti”.

Politica

Fabrizio De Feo offre un quadro critico per il governo ma completo: “Riforme, pensioni, scuola. Il governo va al rischiatutto. A palazzo Madama la fronda Pd mette in bilico le leggi che il premier vuole approvare entro la pausa estiva. E alla Camera i democratici chiedono il rinnovo delle commissioni”.

De Luca vara la giunta con sei donne, ma tiene per sé le deleghe che pesano. Sottolinea il Corriere in un pezzo di Fulvio Bufi che “anche se il 17 luglio, al termine dell’udienza davanti al giudice ordinario, De Luca dovesse essere sospeso, il rischio di restare senza governo sarà comunque scongiurato”. A interessare è la scelta del vice, il deputato salernitano e avvocato del governatore, Fulvio Bonavitacola. Un fedelissimo.

Intanto Michele Emiliano ‘sogna’ tre grilline in giunta. Amedeo La Mattina firma un bel pezzo per La Stampa: “Nuovo scontro in Puglia. Il governatore firma la nomina senza un accordo: ‘non dovete avere paura’. La replica: ‘antidemocratico, non siamo in vendita’. L’obiettivo era realizzare il primo governo regionale di centro sinistra con i pentastellati”.

L’europarlamentare Sernagiotto lascia Forza Italia e va con Fitto. Sul Gazzettino. A confluire in ‘Conservatori e riformisti’ era già stato l’ex capogruppo azzurro in Regione, Leonardo Padrin.

Convergenze tutt’altro che parallele su Repubblica. Sulla Grecia il capogruppo azzurro Brunetta, intervistato da Carmelo Lopapa, inneggia ancora a Tsipras che “ha detto no alla cattiva Europa del rigore”. Sulla stessa linea il deputato della minoranza Pd, Alfredo D’Attorre, sentito da Concetto Vecchio: “in piazza con i Greci per dire al mio Pd basta con la Merkel”.

Qui centro sinistra

Ferruccio Sansa racconta l’assemblea del PD ligure, dominata ancora dagli scontri tra Raffaelle Paita e il ministro della giustizia Orlando, additato di responsabilità per i suoi distinguo. Alla riunione presente Guerini, al solito in versione pompiere. Ma nessuno si interroga – mirabile dictu – sul ruolo del ministro genovese della Difesa, Roberta Pinotti. Cosa ha fatto in campagna elettorale? Potrebbe essere materia per un nuovo articolo del Fatto Quotidiano.

Letta si fa intervistare da Fabio Martini su La Stampa e inizia a divertirsi: “Il governo giochi da protagonista. L’Italia rischia una deriva anti europea. Se salta l’intesa con la Grecia, contagio politico in Spagna e da noi. All’Italia conviene una soluzione perché è più esposta della Germania in rapporto al Pil e perché ha bisogno di una ripresa”.

Economia

Stefano Sansonetti su La Notizia: “Infornata di 300 dirigenti all’Enel. Il gruppo vara un costoso maxi piano e spiega: normale dinamica di sviluppo”.

Con evidenza sul Sole, ma anche su altri quotidiani la notizia che People’s Bank of China entra in Mps e Unicredit.

Sul Giornale il fatto che Ikea si confronta con il primo sciopero nazionale. Duro scontro con i sindacati.

Alberto Brambilla firma un commento su “Fincantieri e la prima autocritica dei giudici ecointerventisti”. In realtà la critica è arrivata da Legnini che presiede il Csm ma non è magistrato. In proposito sarà interessante leggere cosa scriverà Magistratura indipendente, di cui proprio oggi è atteso un post su Huffington Post che verrà comunque poi segnalato in SPIN WWW.

Infrastrutture

Si occupa di un argomento non da poco Fiorenza Sarzanini per il Corsera: “I pm hanno avvisato: tre mesi per intervenire o Fiumicino chiude. La procura di Civitavecchia detta i tempi: piani d’emergenza e tetti ai terminal nuovi. La società: già al lavoro 100 esperti”. Sarà, ma intanto lo scalo ha perso quote a favore di Milano, hub da sempre concorrente.

Su Avvenire, Luciano Moia racconta le disavventure del viaggio con il Frecciarossa 1000: “treno dei record anche nei guai”.

Qui Difesa

Sul Sole: “Da AugustaWestland tre elicotteri AW139 alla guardia costiera”. In proposito anche Libero. Sul Foglio: “anche l’embargo sulle armi all’Iran complica il negoziato di Vienna”. Infine Italia Oggi racconta dell’F35 abbattuto da jet di 36 anni: “in una prova di duello con un F16. Se non fosse stato colpito il velivolo – acquistato dall’Italia ma non ancora dagli Stati Uniti – sarebbe caduto da solo”.

Su Avvenire, la guerra tra cyberspie. “Segreti italiani a rischio. Furto in agenza che lavora per dittatori e 007. Il generale Rapetto annuncia una commissione d’inchiesta. Trafugati milioni di dati. Tra i clienti anche Russia, Sudan, Usa, palazzo Chigi e carabinieri”.

Esteri

Il generale Al Sisi avverte la stampa egiziana: “vietato parlare di Stato islamico. Pene per chi usa internet in modo non gradito alle autorità: ‘chiamate terroristi quegli assassini’. Fa tutto parte della nuova legge antiterrorismo”. Fabio Scuto per Repubblica.

Papa Francesco vola in Ecuador e dice: “Sostenere la famiglia è un dovere sociale”. Tra gli altri, Gian Guido Vecchi sul Corsera.

Massimo Malpica sul Giornale: “preso un cyber reclutatore della jihad”.

Antonio Panzeri, eurodeputato Pd, su Libero: “Per fermare i jihadisti Tunisi faccia chiarezza sulla sua finanza”.

Su Avvenire: “Nigeria, il terrore non ha fine. Boko Haram fa altri 50 morti”.

Cultura

Il Foglio – sotto il titolo “Il ritorno del prof. Ratzinger” pubblica il discorso tenuto sabato 4 luglio a Castel Gandolfo dal papa emerito. Il primo dopo la rinuncia al soglio petrino: “La grande musica occidentale dimostra la verità del cristianesimo. Come trovare Dio in mezzo alle note di Bach, Mozart e Palestrina”.

Sul Giornale un commento di Giuseppe Marino se la prende con Facebook: “buonista, censura tutto tranne le bestemmie”.

Un saggio di Marco Rizzo (Il Mulino) recensito da Paolo Mieli per il Corsera analizza l’ampia letteratura fiorita intorno al mito di un nemico dell’umanità, che è presente già nell’antica Mesopotamia. In seguito viene collegato a ebrei, Nerone, turchi, Hitler. Insomma, “l’Anticristo prima di Gesù”.

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