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Nessun reato ministeriale per Tremonti. Il Senato boccia la richiesta del pm

giulio tremonti
Scritto da vocealta

giulio tremontiIl pubblico ministero: «Lo studio Vitali-Romagnoli-Piccardi prendeva le consulenze da Finmeccanica perché Tremonti all’epoca era ministro dell’Economia, era un modo come un altro per corromperlo». Il relatore della Giunta, Dario Stefano (Sinistra e libertà), e l’aula del Senato: «All’epoca Tremonti non era ministro. Il reato ministeriale quindi non c’è, caro pm ti rimettiamo le carte dell’inchiesta». Potrebbe riassumersi così la vicenda che ha visto esposto per diversi Tremonti, lo studio Vitali-Romagnoli-Piccardi di cui l’ex ministro è partner insieme a Enrico Vitali e gli allora vertici di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini e Alessandro Pansa.

L’Aula del Senato ha infatti approvato all’unanimità la relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari sulla domanda di autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del senatore Giulio Tremonti nella sua qualità di ministro dell’Economia pro tempore per il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. In sostanza l’Assemblea ha approvato la proposta di dichiarare l’incompetenza del Senato per la non “ministerialità” dei reati, con conseguente restituzione degli atti all’autorità giudiziaria.

Certo, sarebbe bastato incrociare le informazioni relative allo studio Tremonti con la permanenza al dicastero dell’Economia di Giulio Tremonti per constatare che non vi era nessun reato. Ma tant’è. Ora l’inchiesta – basata su presupposti rivelatisi errati – è destinata a essere archiviata.

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