La Apple pagherà le tasse evase all’Irlanda dal prossimo mese di maggio. La multinazionale americana conta di finire i versamenti sul conto di garanzia entro il prossimo settembre. A confermarlo ci pensa il ministro delle Finanze irlandese Paschal Donohoe, che ha dichiarato: ‹‹Si tratta del più grande fondo di recupero di questo genere mai creato e, a causa della sua complessità e del nostro dovere di rispettare le norme Ue in materia di appalti pubblici, ci è voluto del tempo per arrivare a questo punto››.
Tutto finito? No. Apple e Irlanda sono giunti ad un accordo, ma aspettano l’esito del ricorso fatto presso la Corte di Giustizia dell’Ue che dovrebbe arrivare il prossimo autunno e che potrebbe cambiare le carte in tavola.
Cosa successe due anni fa? Nel maggio 2016 l’Autorità antitrust inflisse una salatissima multa a nove zeri all’impresa fondata da Steve Jobs per aver evaso le tasse nella Repubblica d’Irlanda. A Dublino spetterebbero 13 miliardi di euro, cifra forfettaria che dovrebbe coprire le tasse evase da Apple tra il 2003 e il 2014 grazie ad un sistema di aliquote fiscali favorevoli alle multinazionali generato dalla stessa Irlanda.
In realtà nessuno dei due contendenti ha mostrato interesse nel saldare il conto ma, nel gennaio 2017, la Commissione ha deferito Dublino alla Corte di Giustizia Europea a causa della scadenza del limite temporale imposto per il pagamento del risarcimento.
Negli stessi giorni e nelle stesse aule veniva depositato il ricorso sia contro la Apple sia contro l’Irlanda, entrambe contrarie alla punizione comminata dalla Commissione, giudicandola troppo severa.
L’azienda con sede a Cupertino non voleva pagare la più alta multa mai inflitta ad una impresa e Dublino non voleva rinunciare alla propria fiscalità che l’aiutò a risollevarsi dalla crisi economica.
Sfortunatamente per loro la multa è stata inflitta dall’organo europeo e quindi va rispettata. Infatti, nel dicembre 2017 è stato annunciato l’accordo tra le due parti e la successiva volontà di Apple di iniziare a pagare nel mese di maggio 2018.