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Il “metodo Scajola” punito dai giornali di sinistra

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Scritto da vocealta

giornaliPerseguendo nell’accanimento mediatico contro Claudio Scajola i giornali vicini alla sinistra, in particolare il gruppo Repubblica-l’Espresso, dimostrano di non apprezzare il “metodo Scajola”. E in cosa consiste questo metodo? Quello di separare gli incarichi politico istituzionali dalle proprie vicende giudiziarie. Evidentemente la banda degli Ezio Mauro e dei Massimo Giannini o dei Giuseppe D’Avanzo preferiscono chi, coinvolto da inchieste, resta al suo posto. Eccezion fatta per il caso di accanimento politico giudiziario nei confronti di Berlusconi, infatti, è pratica rara per un politico indagato rassegnare le proprie dimissioni mostrando così profondo rispetto per le istituzioni. Figuriamoci rinunciare non ad una “poltroncina” da deputato ma addirittura un ruolo di potere, strategico, come quello di ministro per lo Sviluppo economico. Si tratta forse di un insegnamento da parte dei giornali editi dall’ingegner De Benedetti? Non basta attendere – come ha fatto Scajola in silenzio – l’esito degli accertamenti condotto per ben 13 mesi dai pm di Perugia per considerare chiusa una vicenda? Evidentemente no. Siamo alle solite: ancora una volta abbiamo titoli di giornale che sbattono frasi virgolettate come “E ora Scajola rischia il riciclaggio” senza che ciò trovi adeguato riscontro nell’articolo. La verità è che per alcuni colleghi della grande stampa di sinistra contano i teoremi: Scajola è colpevole perché la procura ha controllato la sua situazione e noi abbiamo scritto sul giornale che si è fatto regalare un appartamento e perché – insomma – in buona sostanza, secondo noi è un corrotto. E invece no, la procura ha vagliato la posizione dell’ex ministro e si è ben guardata dal procedere oltre a suo carico, giudicandolo estraneo dalle accuse che gli erano state mosse contro in un primo tempo. Il resto è cacca – non panna – montata.

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