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Il balzo industriale polacco, shock per l’Europa

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Scritto da vocealta

100b4120_bandieraIl balzo industriale polacco è uno shock per un’Europa che cresce poco e per un’Italia che non cresce per niente. La produzione industriale in Polonia è cresciuta a settembre del 1,9 per cento rispetto ad agosto, in termini destagionalizzati, e del 7,1% rispetto ad agosto 2010, ha annunciato l’Istituto nazionale di statistica. Il dato viene letto dagli analisti come indicazione che l’economia di Varsavia non sta ancora subendo serie conseguenze dalla crisi del debito dell’eurozona e fa ipotizzare che le stime sul Pil (+ 4% nel 2010) del governo possano essere rispettare. Ad agosto la produzione industriale era aumentata del 2,2% su luglio e del 5,4% su base annua, dopo un 2010 chiuso con un + 9,8% rispetto all’anno precedente.

«Il dato di oggi rende piuttosto ottimisti – è il commento di Maja Goettig, capo economista di Bank BHP a Varsavia – c’è un rallentamento in vista, ma questi numeri suggeriscono che forse non sarà così grave come temuto».

La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo ha appena tagliato la previsione di crescita per la Polonia al 2,2% per il 2011, ma il governo di Donald Tusk continua a puntare a un +4%. Secondo il governatore della Banca centrale Andrzej Bratowski, «la possibilità che vedremo un rimbalzo della crescita dopo due o tre trimestri è maggiore della possibilità che prosegua il rallentamento».

Mentre il nostro Paese stenta a individuare una credibile e realistica ricetta pro crescita, sono sempre più gli imprenditori italiani che investono in Polonia. Il caso più eclatante è quello di Alberto Bombassei, vice presidente di Confindustria e possibile successore di Emma Marcegaglia alla guida degli Industriali italiani.

Perché Bombassei investe in Polonia? Il motivo è semplice: la gara per una commessa. Mercedes, in questo caso, una fornitura per i freni della nuova Classe C. «Avessimo fatto la nostra proposta dall’Italia – spiega Bombassei – non saremmo stati competitivi. Da qui, abbiamo vinto». «Qui» è Dabrowa Górnicza, Slesia, cuore polacco della produzione di auto e componenti per buona parte dei colossi europei. «Qui» la Brembo inaugura il «raddoppio» dello stabilimento nato cinque anni fa e che oggi, dopo un investimento da cento milioni, è «la più grande fabbrica del settore in Europa». Capito la musica?

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