Con un giro di affari del valore di 3.388 milioni di euro nel 2022 (in crescita di quasi 300 milioni rispetto ai valori del 2019), l’editoria italiana svetta la classifica e si conferma la prima industria culturale del Paese.
Nei primi nove mesi del 2023 si è registrata una lieve crescita nelle vendite rispetto al 2022 (+0,2%), pari a 1.033,5 milioni di euro nel solo mercato trade. Le copie vendute quest’anno sono state circa 69,9 milioni, in calo di quasi un milione rispetto allo scorso anno, ma in crescita di nove rispetto al 2019.
Per quanto riguarda le esportazioni di opere italiane, i titoli tradotti all’estero sono stati 9.432, dato particolarmente significativo poiché nel 2010 gli acquisti ammontavano a 9.009 titoli e le vendite a soli 4.217. I generi più richiesti dalle case editrici straniere sono stati i libri per bambini e ragazzi (35%), la saggistica di divulgazione (20%), la narrativa per adulti (19%), la manualistica non universitaria (9%) e i fumetti (5%).
Spostandoci poi verso il panorama europeo, l’editoria italiana conquista il quarto posto per il valore del venduto sul mercato nazionale (3.338 milioni), collocandosi dietro a Germania (9.444 milioni), Regno Unito (5.327 milioni) e Francia (5.094 milioni). Inoltre, nel 2022 i 3 miliardi di euro di venduto dell’editoria italiana sono stati superiori ai 2.940 milioni delle pay tv e agli 1.725 milioni delle tv in chiaro.
Come si evince da questi dati, gli italiani comprano più libri rispetto al periodo pre-pandemia e l’industria si è occupata di agevolare questa crescita attraverso un’offerta sempre più ampia e articolata: secondo i dati raccolti dal Rapporto Annuale sull’Editoria Italiana 2023, curato dall’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori, sono 83.950 i nuovi titoli a stampa pubblicati nel 2022, mentre il catalogo sfiora gli 1.4 milioni di titoli.