Oggi 25 marzo è il giorno dello sciopero globale per il clima dei Fridays for future con lo slogan “People not profit” (Persone, non profitti).
Ragazze e ragazzi in tutto il mondo sono in strada per sensibilizzare le persone sull’emergenza climatica, chiedendo pace e giustizia climatica in un momento drammatico in cui una guerra incombe alle porte dell’Europa.
In piazza si trovano anche gli attivisti ucraini che sono riusciti a lasciare il Paese. Come Ilyess El Kortbi che afferma: «Di solito scioperavo per il clima in Ucraina. Ma questo venerdì sciopero in Germania, i cui leader finanziano la guerra a casa mia. L’Unione Europea ha pagato finora 15 miliardi di euro per combustibili fossili da Putin dall’inizio della guerra in Ucraina».
Sono ben 679 i cortei previsti, dalla Svezia di Greta Thunberg all’Uganda di Vanessa Nakate, passando per Stati Uniti. In Italia sono 78: da Udine a Palermo, passando per Alessandria, Schio, Vicenza Siena, Torino, Taranto, Rimini, Sanremo, Salerno e Reggio Calabria.
«Torniamo in piazza per la giustizia climatica e ambientale, contro ogni guerra e contro la crisi climatica – scrive in una nota il movimento – scendiamo nelle piazze di tutto il mondo poiché crediamo che il capitalismo sia il filo rosso che tiene insieme pandemie, guerre e crisi climatica. Questo modello di sviluppo capitalistico estrattivista ed ecocida non fa altro che dividerci mentre continua ad avvelenare e devastare i nostri territori».
Gli attivisti dell’onda verde rivendicano la necessità di un futuro legato alle rinnovabili e non più a gas e petrolio per mettere fine alle guerre legate ai combustibili fossili, come quella in Ucraina. Il loro obiettivo è di pretendere una transizione ecologica.
Chiedono inoltre risarcimenti climatici da parte dei Paesi del Nord del mondo verso le popolazioni più colpite dai disastri della crisi climatica.