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TIMAC AGRO Italia, investire nella ricerca per rendere l’agricoltura più resiliente

Scritto da vocealta

L’agricoltura italiana ha il potenziale per vincere le sfide di oggi e del prossimo futuro, ma potrà farlo solo a condizione che sappia dotarsi degli strumenti più avanzati ed efficaci.

Gli impatti dei cambiamenti climatici, le criticità legate all’approvvigionamento di materie prime, la necessità di aumentare la produttività per sfamare una popolazione mondiale in aumento tutelando nel contempo l’ambiente e la razionalizzazione delle risorse, tra cui quelle idriche: a fronte di tutto questo, investire nella ricerca e nell’innovazione assume oggi un fondamentale valore strategico.

TIMAC AGRO Italia, azienda di riferimento nel settore della nutrizione vegetale, con stabilimenti a Ripalta Arpina (CR) e Barletta (BT) e un capitale umano di 300 collaboratori, si muove da anni anticipando il cambiamento, per costruire i pilastri di un nuovo concetto di fertilizzazione: più efficace, più consapevole e in grado di ottimizzare l’impiego di materie prime esauribili.

La transizione ecologica si rivela così una irripetibile opportunità di sviluppo per il settore dei fertilizzanti, strategico per l’economia italiana ed europea, che si trova però ad affrontare almeno due importanti questioni: la disponibilità delle risorse minerali e l’adeguamento del settore alla strategia Europea “Farm to Fork” per un’agricoltura sostenibile.

In questo quadro di contesto, la ricerca assume un ruolo chiave, con la filiale italiana del Gruppo Roullier da sempre attiva nell’instaurare virtuose collaborazioni con le università italiane che si sono concretizzate a loro volta in alcuni importanti progetti di ricerca.

Un primo esempio tra questi: con il Dipartimento di Scienze della terra e geoambientali dell’Università di Bari Aldo Moro, attraverso due diverse borse di dottorato, si stanno studiando le metodologie per il recupero di nutrienti minerali dai reflui e da scarti industriali per l’impiego nell’industria dei fertilizzanti.

Il recupero dei rifiuti industriali per la valorizzazione degli elementi utili in agricoltura ha l’ambizione di promuovere non solo un innovativo modello di economia circolare, ma anche di favorire una gestione territoriale sostenibile.

Sempre in sinergia con l’Ateneo barese, nell’ambito del bando “Riparti” della Regione Puglia, si rivela di particolare importanza lo studio, frutto della collaborazione fra i ricercatori universitari e quelli dei laboratori TIMAC AGRO Italia, che, partendo dall’estrazione di azoto e fosforo dal digestato di biogas, e proseguendo con l’analisi e la lavorazione di diverse molecole minerali, persegue lo scopo di formulare soluzioni innovative per la produzione di fertilizzanti.

Phoster è invece un progetto europeo cofinanziato dal co-fondo ERA-NET sulle materie prime (ERA-MIN3), svolto in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano, la Facoltà di Ingegneria Meccanica dell’Università di Ljubljana Magnesitas Navarras, MM Spa e REA Dalmine Spa. Il suo obiettivo principale è quello di fornire una soluzione sostenibile, replicabile e scalabile di economia circolare per recuperare minerali e dalle ceneri dei fanghi di depurazione e dai sottoprodotti dell’industria mineraria per sostituire le materie prime critiche primarie (fosforo e magnesio) nella produzione di fertilizzanti. TIMAC AGRO Italia metterà a disposizione del progetto il suo know-how industriale, ricevendo i materiali recuperati per mescolarli, con altre materie prime, in una formula di fertilizzante conforme alle normative vigenti e in grado di soddisfare la domanda del mercato.

«La sintesi fra l’utilizzo delle risorse, il piano degli investimenti e l’orientamento tecnologico, è la linea direttrice lungo cui si muove la nostra strategia aziendale – afferma Pierluigi Sassi, ad di TIMAC AGRO Italia –  In questa prospettiva, abbiamo voluto fare nostri gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030: la nostra innovazione si fonda sulla consapevolezza che solo attraverso la ricerca possiamo trovare soluzioni in grado di guidare l’agricoltura verso una reale ed efficiente transizione ecologica. Dall’impegno nostro e di tutti gli attori della filiera dipende lo sviluppo del sistema agricolo italiano».

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