Le Regioni chiedono più poteri al governo: è necessario «rivedere i criteri per lo stop delle lezioni in presenza».
Dopo la presa di posizione di Mario Draghi, quando pochi giorni fa ha ribadito chiaramente che la presenza degli studenti nelle classi è una priorità per l’esecutivo, i presidenti delle Regioni hanno preparato un documento con il quale chiedono al Governo di non limitare esclusivamente alle zone rosse la possibilità di emanare provvedimenti locali. , In prima linea la Campania con l’appoggio dalla maggior parte degli altri governatori.
Le Regioni chiedono maggiori poteri per gestire la didattica a distanza e superare le attuali regole che permettono alle amministrazioni regionali di disporre la chiusura delle scuole solo in zona rossa. Nello specifico, dunque, si chiede al Governo di rivedere i criteri e le competenze sulla sospensione delle attività didattiche in presenza nelle scuole.
La Regione Campania, con un’ordinanza del presidente Vincenzo De Luca, per prima aveva manifestato la necessità di evitare il rientro dopo le vacanze natalizie, quindi sospendere le lezioni fino al 29 gennaio dalle scuole dell’infanzia fino alle secondarie di primo grado. La decisione però è stata impugnata dal governo e il Tribunale amministrativo regionale ha dato ragione all’esecutivo, ordinando la sospensione dell’ordinanza e quindi la riapertura delle strutture scolastiche.
Adesso le Regioni si muovono in maniera compatta, anche perché già nei giorni precedenti al rientro del 10 gennaio diversi presidenti avevano manifestato perplessità riguardo al rientro integrale nelle classi. «Con queste condizioni non siamo in grado di reggere», aveva detto il presidente del Veneto Luca Zaia.
Nonostante il pressing, lunedì 9 gennaio 2022 la maggioranza degli studenti italiani ha fatto rientro in classe, senza che sia stato imposto l’uso delle mascherine Ffp2, più sicure, – dispositivi di protezione che il governo pretende invece per le conferenze stampa a Palazzo Chigi.
L’ultimo decreto Covid, varato il 5 gennaio, non ha previsto l’obbligatorietà delle Ffp2 nelle scuole. Quindi se qualcuno decidesse di usarle, dovrebbe sobbarcarsi il costo: «Devono provvedere le famiglie. Non è previsto dal decreto che debbano essere fornite dalle scuole – ha spiegato il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli – Il non-cambio può essere motivo di preoccupazione. L’obbligo è di cambiarle ogni giorno. Se il non-cambio sarà un fenomeno diffuso, il ministero ne dovrà prendere atto».