Il Friuli-Venezia Giulia, la provincia autonoma di Bolzano e le Marche rischiano la zona gialla dal 29 novembre. I dati di ieri, 18 novembre, registrano 10.000 contagi in 24 ore, con un aumento dei ricoveri sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva. Secondo Alessandro Vergallo, presidente dell’Associazione degli anestesisti rianimatori ospedalieri, nella peggiore delle ipotesi tra un mese e mezzo «la situazione potrebbe di nuovo essere drammatica in tutti gli ospedali del Paese se non verranno applicate in modo stringente le norme sul Green Pass».
La zona gialla è prevista nel caso di incidenza superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti, con occupazione delle terapie intensive superiore al 10% e quella delle aree mediche al 15%. La zona arancione scatta con un’incidenza di oltre 150 casi ogni 100mila abitanti, con soglia delle terapie intensive oltre il 20% e reparti ordinari al 30%. Si entra in zona rossa, invece, con incidenza pari o superiore a 150 casi ogni 100mila abitanti e occupazione di posti letto al 30% in terapia intensiva e al 40% in area medica.
Stando ai numeri il Friuli Venezia-Giulia si trova con il 14% delle terapie intensive occupate, ma si salva con i reparti ordinari poco al di sotto del limite, l’incidenza però è preoccupante: 288 casi ogni 100mila abitanti. Il Trentino-Alto Adige ha un’incidenza di 253 casi, con Bolzano sul filo visto il repentino raddoppio dei casi: 407 positivi su 100mila abitanti, terapie intensive al 9% e posti in area medica al 14,2%. Anche per le Marche i numeri sono allarmanti, 112 casi su 100mila e supera leggermente la soglia delle intensive con il 10,5%, ma i ricoveri ordinari sono al 6,6%.
Preoccupa anche il tempo di raddoppio dei posti occupati in terapia intensiva: quello della Basilicata è di 4 giorni, Bolzano è a 7, l’Abruzzo è a 8, la Calabria è a 10, Trento a 11. Per questo chi oggi rischia il giallo, domani, ovvero a dicembre, potrebbe trovarsi persino in arancione.
In zona gialla cambia pochissimo rispetto alla zona bianca, ma la zona arancione in concomitanza con il periodo pre-natalizio ad alimentare i timori dei governatori. «La ricaduta che tale situazione potrebbe avere sulla ripresa economica e sulle attività sociali, a poche settimane dalle festività natalizie», ha precisato Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli e presidente della Conferenza delle Regioni.
L’incubo di un Natale in arancione, con chiusure e restrizioni ormai insostenibili dal punto di vista economico e sociale, porta le regioni a premere sul governo per un cambio di rotta nelle chiuse che escluda i vaccinati dalle restrizioni.
«Faremo tutto quello che c’è da fare per non chiudere», è il messaggio che arriva da Palazzo Chigi nel tentativo di rassicurare la popolazione.