La situazione contagi sembra essere tornata sotto controllo, grazie soprattutto alle misure adottate con l’ultimo Dpcm, che ha diviso l’Italia in zone (gialle, arancioni e rosse) in base al numero di positivi registrati nelle singole regioni. Visti i risultati, il governo in ottica Natale sta valutando misure che seguono quelle attualmente il vigore, proseguendo sulla via cautelativa.
In questi minuti il premier Conte sta incontrando i capidelegazione di maggioranza per mettere a punto il nuovo decreto, che verrà firmato il 3 dicembre. «Dal sistema a zone non si recede. Per i giorni di festa ci saranno maggiori restrizioni» ribadisce il Ministro della Salute Roberto Speranza. Le misure vedranno quindi restare il coprifuoco alle 22, bar e ristoranti chiuderanno alle 18, palestre e piscine chiuse e continueranno ad essere vietati gli spostamenti tra regioni.
Argomento di forte dibattito restano gli impianti sciistici, che probabilmente non apriranno, poiché «il problema non sono gli impianti in sé, ma le inevitabili situazioni di socialità che si verrebbero a creare», ricorda Speranza.
Soddisfatto dell’incontro di stamane con il Governo è Giovanni Toti, vicepresidente della Conferenza delle Regioni, che ha dichiarato: «Il confronto è stato proficuo. I ministri Boccia e Speranza ci hanno preannunciato l’invio di un testo nelle prossime ore, dopo il necessario passaggio in Parlamento. C’è la consapevolezza comune in un’ottica di leale collaborazione istituzionale della necessità della massima condivisione delle regole che dovranno essere stabilite e che riguarderanno un periodo dell’anno come quello delle imminenti festività, particolarmente delicato e strategico sul piano socioeconomico. C’è l’esigenza di una valida campagna di comunicazione che faccia capire correttamente ai cittadini l’importanza di queste misure».
Sembrano essere quindi poche le deroghe rispetto alle norme attualmente in vigore. I dubbi rimangono sulle messe natalizie, che con il coprifuoco alle 22 verrebbero anticipate, e sul numero massimo di ospiti ai vari cenoni tipici del periodo, che sembrerebbe restare fissato a 6, come nell’attuale decreto. Il premier Conte e una parte del M5S vorrebbero poi concedere gli spostamenti verso le seconde case, ma se passerà la «linea dura» lo si potrà fare solo entro e non oltre il 19 dicembre. Le direttive dovrebbero essere valide fino al 15 gennaio, con eventuale possibilità di rettifica in corso d’opera in base al numero dei nuovi positivi.
«Difendere l’impostazione attuale e non discostarci troppo da essa è fondamentale per non vanificare gli sforzi fatti finora» nota il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia.