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Climate change: nasce il progetto “RemoTrees” di Fem

Scritto da vocealta

La Fondazione Edmund Mach (Fem) inaugura un nuovo progetto di monitoraggio che coinvolgerà 15 siti mondiali che verranno “esplorati” tramite un nuovo strumento basato sulla tecnologia “Internet of Things”. Tale dispositivo sarà in grado di fornire informazioni in tempo reale su accrescimento, densità della chioma, ingiallimento delle foglie e stress idrico delle piante forestali. Inoltre, i dati ottenuti con questo strumento saranno uniti a quelli ottenuti dalle immagini satelittari, permettendo di migliorare i modelli computazionali per mappare lo status delle foreste, favorendone una gestione più sostenibile e massimizzandone il sequestro di carbonio.

L’attività è parte del progetto RemoTrees, coordinato da Fem e finanziato dal programma Horizon Europe, e coinvolgerà i boschi del Canada, della Cina, dall’Ecuador alla Tanzania, dall’Argentina all’Australia, passando per il Trentino (boschi Cembra), dove il cambiamento climatico sta provocando stress e degrado ambientale. Il progetto coinvolge altri sei partner: Nature 4.0 (Italia), Deutsche GeoForschungsZentrum (Germania), Eolab (Spagna), Philipps-Universität Marburg (Germania), National Institute for Laser, Plasma and Radiation Physics (Romania), ed il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr, Italia).

«Grazie alle nuove tecnologie, realizzeremo uno strumento che servirà a raccogliere dati di grande interesse sia per il mondo della ricerca forestale che per la European Space Agency e la Nasa, le quali sono alla ricerca di reti permanenti per validare ed interpretare le proprie immagini satellitari», spiega Loris Vescovo, ricercatore dell’Unità di Ecologia Forestale della Fem e coordinatore del progetto RemoTrees. Poi continua «Le foreste sono un ecosistema che pensiamo di conoscere molto bene essendo che in alcune regioni, come il Trentino e la Liguria, esse coprono ben due terzi del territorio. In realtà, l’origine del nome indica invece il contrario: il latino ‘foris stare’ sta per ‘stare al di fuori’, inteso come ‘lontano dai centri abitati’ e ‘sconosciuto’. L’etimologia suggerisce che, di fatto, molte aree forestali sono poco accessibili e raggiungibili in molte ore (in alcuni casi estremi, giorni) di viaggio dalle città, come nelle zone subartiche e ai tropici. Di conseguenza – conclude Vescovo – risulta necessario monitorarne lo stato di salute e come reagiscono ai cambiamenti del clima».

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