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Caso Ligresti, la Cancellieri pronta a spiegare in Aula

Cancellieri
Scritto da vocealta

CancellieriFornirà un’attenta ricostruzione dei fatti. Terrà ben distinti il piano dei rapporti personali di vecchia data con i Ligresti, da quello della segnalazione al Dap sulla specifica situazione di Giulia Ligresti quand’era detenuta, eseguita «nell’abito delle competenze istituzionali di ministro». Farà leva su quanto il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, ha puntualizzato nella sua lettera-comunicato del 31 ottobre, in particolare sul dato cronologico contenuto nel documento.

Lascerà fuori la vicenda del figlio Piergiorgio Peluso, ex manager Fonsai, oggi in Telecom, limitandosi forse ad accennare che tutto è già spiegato negli atti dell’inchiesta torinese su Fonsai in cui lui è testimone. Questa la linea che il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri seguirà domani nell’intervento prima al Senato e poi alla Camera per spiegare e difendersi, dopo la bufera che l’ha investita per i contatti con i Ligresti, le telefonate intercettate e l’intervento al Dap. Un discorso che durerà 10-15 minuti. La cronologia di quelle telefonate dice che una prima chiamata parti’ il 17 luglio, il giorno in cui scattarono gli arresti per la famiglia Ligresti.

E’ il ministro a chiamare Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti: la conosce da decenni. Cancellieri si lascia andare: «Qualsiasi cosa io possa fare conta su di me, son veramente dispiaciuta». E ancora: «Non è giusto». Parole di «solidarietà», dirà il Guardasigilli a Vittorio Nessi, uno dei pm di Torino del caso Fonsai, che l’ha sentita il 22 agosto scorso per acquisire informazioni. Una posizione che resta ferma in vista del discorso in Aula. Perché, sebbene sia proprio questa la conversazione piu’ imbarazzate, una cosa è l’amicizia, un’altra venir meno ai doveri istituzionali. Passa un mese, non ci sono contatti documentati con i Ligresti e si arriva al 17 agosto: sul Corriere si parla di Giulia Ligresti che in cella è fortemente dimagrita, soffre di anoressia e la Fragni telefona ad Antonino Ligresti chiedendogli di contattare il ministro. Lui il giorno dopo ci prova, non ci riesce e lascia un messaggio. Il 19 il ministro lo chiama e lui a sua volta chiama la Fragni e le dice di aver «stabilito il contatto».

Il 21 agosto Antonino Ligresti invia un sms chiedendo alla Cancellieri se ci siano novità: lei risponde di avere segnalato la cosa. Un paio di giorni prima, il 18 o 19 agosto, il ministro – come ha dichiarato lei stessa al pm Nessi – chiama i vice-capi dipartimento del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, per una verifica sulla situazione di Giulia Ligresti. «Un atto umanitario doveroso rispetto a una detenuta a rischio: se non lo avessi fatto avrei commesso un’omissione», ribadirà nella sostanza il ministro in Parlamento. Di più, una segnalazione per così dire di routine – secondo la Cancellieri – fatta tante altre volte in casi simili per persone sconosciute. L’input del Guardasigilli parte, quindi, tra 18 e 19 agosto. Ma due settimane prima, il 2 agosto, c’era già stata una richiesta di patteggiamento, accettata dalla procura, da parte di Giulia Ligresti. Il procuratore Caselli lo ha messo subito nero su bianco e oggi lo ha ribadito in alcune interviste, per chiarire che la decisione di concedere i domiciliari alla Ligresti – che scatteranno il 28 agosto, dopo perizia medica – è indipendente dalle telefonate del ministro al Dap, successive a quel 2 agosto. Un punto che Cancellieri farà pesare nella sua informativa alle Camere. Difficilmente, invece, scenderà sul piano politico e si spingerà a dire che è in atto un attacco strumentale al titolare di via Arenula per dare una spallata al governo. Ma sull’ipotesi e sull’opportunita’ di introdurre questo tema il ministro ha a lungo riflettuto.

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