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Casa al Colosseo: assolto l’ex ministro Scajola, prosciolto Anemone

ScajolaAssoluzione per l’ex ministro Claudio Scajola perché ‘il fatto non costituisce reato’, e ‘Non doversi procedere’ per l’imprenditore Diego Anemone, perché il reato è estinto per prescrizione. E’ la sentenza emessa dal giudice del tribunale di Roma Eleonora Santolini a carico dei due imputati che rispondevano di concorso in finanziamento illecito per la compravendita dell’immobile di via del Fagutale, a due passi dal Colosseo. La procura aveva chiesto la condanna di Scajola e Anemone a tre anni di reclusione e al pagamento di una multa pari a due milioni di euro ciascuno. Secondo l’originaria ipotesi di accusa, l’imprenditore avrebbe pagato, tramite l’architetto Angelo Zampolini, parte della somma (circa 1,1 milione di euro su un totale di 1,7) versata il 6 luglio del 2004 da Scajola per l’acquisto dell’immobile, e in più si sarebbe accollato i lavori di ristrutturazione, almeno fino al 2006, per ulteriori 100mila euro.

«Tre anni e 9 mesi di sofferenza che nessuno mi restituirà più. Mi sono dimesso da ministro perché mi sono reso conto che qualsiasi cosa dicessi per difendermi non risultava credibile anche se era la verità. Mi hanno attaccato da tutte le parti e così ho preferito fermarmi, aspettare e stare zitto». Claudio Scajola, ex titolare del dicastero per lo Sviluppo Economico, è ancora commosso quando commenta con i giornalisti la sentenza che lo ha assolto per la vicenda della compravendita dell’appartamento di via del Fagutale, vicino al Colosseo. Dopo aver incassato i complimenti, via cellulare, di Silvio Berlusconi, di Fedele Confalonieri e di Niccolò Ghedini, Scajola aggiunge: «Ho sempre rispettato la magistratura e come ho scritto questa mattina in un sms a mia moglie, la verita’ prima o poi viene sempre fuori. Così è stato, anche se mi ha fatto male non essere mai creduto o leggere cose che non corrispondevano al vero. Se torno in politica? Adesso devo pensare alla mia famiglia».

«Meglio di così non poteva andare anche perché la prescrizione copriva questa vicenda. Ma l’assoluzione nel merito evidenzia una innocenza che noi abbiamo affermato sempre come evidente”. E’ il commento che l’avvocato Giorgio Perroni, difensore di Claudio Scajola, sull’assoluzione pronunciata dal giudice monocratico di Roma. «E’ evidente – ha continuato il penalista – che il nostro assistito sia stato distrutto. Questa sentenza contribuisce ad una riabilitazione agli occhi di tutti». In sede di discussione il legale aveva sottolineato: «Questa storia ha cancellato Scajola dalla vita politica italiana. Oggi non è più nessuno. In questa storia non c’è nessuna prova diretta della sua colpevolezza».

Tra i primi commenti arrivati dal mondo politico quello di Daniele Capezzone (FI), Presidente della Commissione Finanze della Camera, che ha dichiarato: «L’assoluzione di Claudio Scajola è una notizia su cui tanti linciatori politici farebbero bene a riflettere. Le ragioni del garantismo e della presunzione di innocenza dovrebbero sempre prevalere. Ma in Italia vige da anni una regola opposta: prima si lapidano le persone, e poi si accerta la verità».

«Quando la macchina del fango si ingrippa e la giustizia ritrova la sua serenità a tutti è concesso di sperare. Claudio Scajola è stato crocifisso per anni e dato in pasto all’opinione pubblica cercando in tutti i modi di fargli indossare l’abito del politico corrotto. Abito che non gli appartiene come sanno i migliaia di elettori e chiunque ha l’onore di godere della sua amicizia. A Claudio va il mio abbraccio affettuoso e il mio rinnovato sentimento di stima: oggi come ieri». Lo afferma in una nota Osvaldo Napoli (Fi).

«A Claudio Scajola va prima di tutto la mia rinnovata amicizia e la piena e convinta solidarieta’ per il massacro mediatico patito in questi anni. La sua assoluzione, per chi lo conosce e ne apprezza le qualità umane e la sagacia politica, era un evento atteso. Apprenderlo ci riempie di soddisfazione anche se rimane l’amarezza profonda per la gogna mediatica patita in questi anni». Lo afferma Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Fi-PdL alla Camera. «Chissà se i moralisti a buon mercato e dall’indignazione sempre pronta – prosegue – avranno qualche commento da fare o se, invece, la notizia dell’assoluzione di Scajola finirà in un trafiletto di qualche pagina sperduta? La giustizia macelleria ha mietuto un’altra vittima, ha ferito l’onore di una persona perbene. La sua assoluzione riempie di gioia gli amici e restituisce a Forza Italia le energie e l’intelligenza di un politico sempre apprezzato».

Il presidente della Provincia di Savona Angelo Vaccarezza è sempre stato convinto della «completa estraneità» di Claudio Scajola nella vicenda della compravendita dell’appartamento al Colosseo. «Scajola aveva la coscienza a posto e io ero convinto che non avesse commesso nulla di irregolare. Ero e sono sempre rimasto convinto della sua completa estraneita’ ai fatti e oggi la giustizia, entrando nel merito, lo ha confermato», ha osservato Vaccarezza, spiegando di conserare l’ex ministro come «un fratello maggiore». «Oggi la giustizia gli ha dato ragione. E’ un risultato che ovviamente mi rallegra come uomo, mentre dal punto di vista politico dico che Claudio Scajola era, è e sarà sempre il punto di riferimento della Liguria a Roma e questo nessuno, neppure io, lo ha dimenticato», ha concluso.

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