L’allarme siccità in Italia ha finalmente spinto il governo a prendere una decisione per fronteggiare l’emergenza che sta colpendo il nostro Paese. La cabina di regia sulla crisi idrica, presieduta dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ha destinato poco più di 100 milioni di euro per finanziare interventi urgenti in 5 regioni italiane: Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e Lazio. Questi fondi saranno utilizzati per promuovere progetti finalizzati alla lotta alla siccità.
Il governo ha finalmente preso atto della gravità della situazione che ha causato danni ingenti in diverse regioni, arrivando addirittura a determinare la morte di due persone in Emilia-Romagna. La cabina di regia, dunque, rappresenta un primo passo importante per contrastare la crisi idrica, ma i problemi da affrontare sono molteplici e richiedono interventi strutturali a lungo termine.
Secondo l’Associazione nazionale dei costruttori edili, infatti, le risorse da destinare alle infrastrutture idriche dovrebbero essere di oltre 13 miliardi di euro. In una recente audizione al Senato, il vicepresidente dell’Ance, Pietro Petrucco, ha spiegato che «bisogna incrementare la spesa pubblica per investimenti nelle infrastrutture idriche per aumentare l’efficienza nell’utilizzo dell’acqua in tutti i settori (civile, industriale, energetico, agricolo), attivando sistemi di monitoraggio, investendo in manutenzione e sviluppo delle reti e degli impianti, incentivando il riciclo e la raccolta».
È evidente che la crisi idrica in Italia rappresenta un problema che richiede un intervento immediato e deciso da parte delle istituzioni. Non è un caso che il Consiglio dei ministri abbia nominato il commissario straordinario contro la siccità, Nicola Dell’Acqua, agronomo e direttore di Veneto Agricoltura. Questa nomina rappresenta un ulteriore segnale dell’attenzione del governo nei confronti di un’emergenza che sta colpendo il nostro Paese in maniera sempre più grave.
In ogni caso, la situazione richiede un impegno costante e una collaborazione tra istituzione, imprese e cittadini. È necessario investire in infrastrutture idriche efficienti, attivare sistemi di monitoraggio, incentivare la raccolta e il riciclo dell’acqua e promuovere pratiche sostenibili in tutti i settori. Solo così la crisi idrica potrà essere contrastata in modo efficace e si potrà garantire un futuro migliore per l’Italia e le prossime generazioni.