Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ha confrontato i dati dell’11 e del 12 dicembre e ha notato un aumento percentuale di occupazione delle terapie intensive in 8 regioni: Marche al 14%, Lazio al 12%, Piemonte e Umbria all’8%, Campania, Sicilia e Toscana al 6% e la Provincia autonoma di Trento al 20%. Al contrario, in Calabria, Liguria, Bolzano e Toscana la soglia è in diminuzione; resta stabile in Friuli e in Veneto.
Secondo Zaia, questi nuovi dati del Coronavirus sono da inglobare in un quadro di “tipica fase acuta” dove «i dati ci dicono che il tasso di occupazione delle terapie intensive è del 12.8%, l’incidenza dei contagi è già zona gialla. Ci sono dati che dicono che l’infezione sta correndo, ma l’incidenza sui tamponi è del 4,50%, siamo la decima regione con maggiore incidenza, la prima sono le Marche con il 9,23%».
Anche secondo il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook ‘Coronavirus – Dati e analisi scientifiche, questi dati non sono allarmanti. «Sta rallentando la sua corsa, la curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia, al punto che nell’arco di un mese e mezzo l’andamento è passato da esponenziale a lineare, con un incremento settimanale dei casi che negli ultimi 14 giorni è diminuito dal 25% al 15%».
La situazione del Covid-19 è sempre tenuta sotto stretta sorveglianza da medici, virologi e politologi; nonostante i possibili aumenti di casi per il freddo e le festività, al momento si può stare “tranquilli“.