Sono trascorse 36 ore dall’esplosione a Ravanusa che ha distrutto 7 palazzine, sette le vittime, due dispersi e 100 sfollati. La causa sembrerebbe essere una fuga di gas.
Giuseppe Merendino, comandante dei vigili del fuoco di Agrigento, ha spiegato che i soccorritori sono riusciti a localizzare l’area dove «molto probabilmente si trovano i due dispersi», un uomo di 70 anni e il figlio di 30 anni, rimasti sepolti sotto le macerie.
I carabinieri hanno accertato che cinque giorni prima della tragedia di Ravanusa c’è stato un intervento di manutenzione ordinaria sull’impianto della rete di metano che non aveva evidenziato alcuna criticità. Si attende ora l’acquisizione da parte delle forze dell’ordine del verbale di intervento per verificare chi abbia materialmente eseguito il collaudo e se siano state effettuate tutte le verifiche correttamente.
Dopo un’intera notte di scavi tra le macerie i vigili del fuoco hanno estratto 4 vittime: Selene Pagliarello, l’infermiera al nono mese di gravidanza che avrebbe dovuto partorire la settimana prossima, insieme al marito Giuseppe Carmina e al suocero Angelo Carmina, oltre a Carmela Scibetta, non ancora ufficialmente riconosciuta. La donna era la moglie del professore Pietro Carmina, il cui corpo era stato recuperato ieri insieme a quello di Enza Zagarrio, moglie di Angelo Carmina, e di Gioachina Calogera Minacori.
Giuseppina Montana e Rosa Carmina sono le uniche sopravvissute all’esplosione, entrambe estratte dalle macerie nella tarda serata di sabato.
«Le operazioni di ricerca andranno avanti fin quando tutti i corpi non saranno stati trovati», hanno ribadito i vigili del fuoco. In seguito, si passerà alla rimozione delle macerie per individuare il punto in cui c’è stata la rottura della tubatura che ha provocato la strage. Le fasi successive prevedono un nuovo sopralluogo dei magistrati e degli investigatori: primo passo dell’inchiesta per accertare le possibili responsabilità legate alla tragedia.
