La demenza colpisce oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo, con un nuovo caso ogni 3 secondi. In Italia si stima riguardi oltre 1.2 milioni di persone, che diventeranno 1,6 milioni nel 2030. La causa più comune è, nel 60-70% dei casi, l’Alzheimer. Caratterizzata dalla perdita progressiva di memoria e dalla diminuzione delle capacità cognitive, questa patologia rappresenta un grande ostacolo nella vita quotidiana delle persone affette e dei loro familiari. Fondamentale è la preventiva e tempestiva presa in carico del paziente. A questo proposito, il quotidiano Il Mattino racconta un’iniziativa contro il declino cognitivo organizzata dall’Opera Don Uva, polo sanitario che opera dal 1922 in Puglia e Basilicata, guidato guidato dall’ad Luca Vigilante.
Nel nostro Paese i nuovi casi di demenza sono 150mila all’anno, i nuovi malati di Alzheimer 70mila, quasi tutti curati a casa. Le strutture che si occupano di questa patologia sono un numero limitato su tutto il territorio nazionale, nel Mezzogiorno sono pochissime: l’Opera Don Uva è una di queste.
«La campagna di primavera» promossa dal Don Uva ha come obiettivo – si legge sul Mattino – di “intervenire sull’Alzheimer con tecnologie e protocolli innovativi“. Come? “Con strategie mirate al mantenimento dell’autonomia dei pazienti, alla riduzione degli stati di apatia, alla stimolazione dei ricordi, al riorientamento spazio-temporale, al miglioramento dell’umore, con effetti benefici anche sui familiari delle persone più a rischio di sviluppare la malattia in forma grave“.
“Il Don Uva – ricorda ancora il quotidiano – ha lanciato, proprio per questo, l’iniziativa finalizzata a illustrare i percorsi di riattivazione cognitiva ritenuti efficaci: riorientamento alla realtà, memory training, terapia della conversazione, doll therapy, emotional toy, musicoterapia“.
Le attività, che hanno al centro l’umanizzazione dei trattamenti, proseguiranno fino al 21 settembre, giornata mondiale dedicata alla lotta all’Alzheimer e occasione per fare il punto sulla patologia che fa paura, visto che non ci sono ancora cure risolutive a base di farmaci.