Si è dimesso il procuratore generale di New York, Eric T. Schneiderman. Ai più questo nome non dice nulla, ma si tratta del procuratore che ha portato davanti a un giudice l’ex re dei produttori di Hollywood Harvey Weinstein, svelando lo scandalo degli abusi sessuali all’interno del mondo del cinema americano. Schneiderman si è dimesso dopo la pubblicazione dell’inchiesta del New Yorker, che lo accusa di aver abusato sessualmente e molestato quattro donne. Il 63enne procuratore generale democratico della Grande Mela ha dichiarato in una nota: ‹‹Accuse gravi, che respingo con forza, sono state rivolte contro di me. Sebbene non siano collegate alla mia condotta professionale mi impedirebbero di guidare il lavoro dell'ufficio in questo momento critico››.
Da sempre oppositore del Presidente Trump, Schneiderman aveva preso parte e appoggiato il movimento #MeToo denunciando la Weinstein Company, la compagnia cinematografica con sede a New York, per violazione dei diritti civili, discriminazione e abusi sessuali. Il titolare della compagnia, Harvey Weinstein, ha ricevuto decine di denunce da parte di donne che l’ex-procuratore ha sfruttato per chiedere 25 anni di carcere per l’ex-re di Hollywood.
La vicenda, raccontata dal quotidiano New Yorker, parte dalla denuncia di quattro donne che avrebbero subìto dei presunti abusi sessuali dall’ormai ex-procuratore. Michelle Manning Barish e Tanya Selvaratnam, due delle presunte vittime, hanno dichiarato che, sotto effetto dell’alcool, l’uomo ha più volte cercato di strangolarle dopo ripetute percosse. Particolarmente gravi le accuse della Selvaratnam, che ha parlato di intimidazioni come pedinamenti o intercettazioni telefoniche fino a minacce di morte se la donna l’avesse lasciato. Le altre due vittime sono rimaste anonime, ma hanno confermato le accuse di violenza raccontando storie molto simili a quelle descritte precedentemente.
Schneiderman si è difeso non negando gli eventi passati, ma assicurando che si trattava di “giochi di ruolo” o comunque attività sessuali con donne consenzienti, quindi, in nessun caso, si tratta di abusi o violenze sessuali sulle donne che lo accusano.
Le accuse contro il procuratore generale hanno definitivamente seppellito le possibilità di una sua riconferma. Infatti, anche il governatore dello Stato di New York, Andrew Como, ha chiesto le sue dimissioni affermando che ‹‹nessuno è al di sopra della legge››.