Prima pagina
Francia, trionfo di Macron per l’Europa
«Gentiloni fino al 2018»: il Pd riparte senza unirsi
Alitalia in picchiata, bruciati altri 200 milioni
Sei anni di spending review non frenano la spesa pubblica
La vittoria di Macron
Emmanuel Macron vince al ballottaggio contro Marine Le Pen (65,7% a 34,3%) e diventa il più giovane presidente francese. La notizia apre tutti i giornali nazionali. Su Repubblica il racconto di Anais Ginori: “Il trionfo di Macron: «Difenderò la Francia e la Ue. Oggi comincia per il nostro Paese un’era di speranza e di fiducia». Al Louvre sale l’Inno alla gioia. Sul palco con Brigitte e i nipotini”.
Tante le reazioni politiche e i commenti alla notizia. Lasciando da parte la retorica, da segnalare:
-l’editoriale di Franco Venturini sul Corriere della Sera: “Gli europeisti respirano ma devono rilanciare. La Ue ha ottenuto una prova d’appello, una occasione che non va sprecata: Berlino e Roma studino la lezione di metodo che arriva dalla vittoria di Macron. Il numero di chi vuole protestare è cresciuto, bisogna arrivare a un consenso più largo”.
-l’analisi del voto di Diodato Pirone sul Messaggero: “«Né Macron né Le Pen», uno su tre non sceglie. Astensione al 25%, ed è boom di schede bianche e nulle: 10%. Il vincitore ha attirato i voti degli ex elettori socialisti e repubblicani”.
-l’intervista dell’ex premier Enrico Letta alla Stampa: «Lezione anche per l’Italia, europeismo carta vincente per battere i populismi. Attenzione a pensare che il problema dei populisti sia risolto, il risultato di Le Pen resta rimarchevole».
-la lettura del voto di Giovanni Orsina in un’intervista a Repubblica: «Salvini è più debole, ora il vantaggio è per Berlusconi. Queste presidenziali rappresentano l’ultima chiamata per l’Europa: gli elettori francesi hanno deciso di dare agli europeisti un’ultima chance. Ma se le forze di sistema falliscono anche questa volta, tra cinque anni Le Pen ha concrete possibilità di vincere».
-il commento di Alessandro Sallusti sul Giornale: “Di sola destra non si vince. Il dato politico è questo: i partiti radicali hanno un senso se completano un’offerta politica più ampia ma non possono, né loro né i loro leader, candidarsi a esserne la guida”.
-la sincerità di Antonello Caporale sul Fatto Quotidiano: “Il Paese dei senza reputazione che saccheggia quella degli altri. Chi legge le elezioni presidenziali francesi pro domo sua e chi tenta di accreditarsi ad Harvard: la nostra classe dirigente in crisi cerca dignità sul mercato estero”.
Politica
L’assemblea del Partito democratico ha proclamato Matteo Renzi segretario dopo la vittoria alle primarie: «Sostegno a Gentiloni fino a fine legislatura». Matteo Orfini confermato presidente. Barbara Pollastrini (mozione Orlando) e Domenico De Santis (mozione Emiliano) vicepresidenti. Per quanto riguarda la vicesegreteria, la scelta è caduta su Maurizio Martina, ministro dell’Agricoltura. Ne parla Giovanna Casadio su Repubblica.
Sul Corsera il racconto di Monica Guerzoni: “Under 30 ai vertici e il bis di Orfini. Le liti del nuovo Pd. Direzione senza Cuperlo, il capo porta i giovani. Martina vice unico, il rebus del ruolo di Guerini”.
Intervistato da Andrea Carugati sulla Stampa, Andrea Orlando attacca: «Con questa strategia Matteo fa lo stesso errore del referendum. Non farò il controcanto, la conferma di Orfini atto arrogante. Se Pisapia fa quello che gli dice il Pd rischia di fare una sorta di Partito dei contadini polacco».
Resuscita (o almeno prova a farlo) Pier Ferdinando Casini, intervistato da Pietro Senaldi su Libero: «Coraggio Silvio, non farti ammazzare da Salvini. Se Berlusconi molla la Lega e riunisce i centristi superiamo il 20%. L’uomo giusto può essere Calenda. Non ci sarà più un altro Monti».
Giuseppe Alberto Falci sulla Stampa: “«Subito un emendamento contro il regalo alle banche». Forza Italia e Cinque Stelle: «E’ uno scandalo favorire i banchieri. Presto cambieremo la norma che aiuta gli istituti di credito in crisi»”.
Economia
Da leggere l’inchiesta di Cimbolini e Trovati sul Sole 24 Ore sui livelli di spesa pubblica: “Sei anni di spending review non frenano la spesa pubblica. Dal 2011 al 2016 la spending review non è riuscita a ridurre la spesa. Le spese correnti hanno continuato nel loro ritmo di crescita e nel 2016 hanno superato per la prima volta i 700 miliardi di euro. A pesare sono la spesa per previdenza e assistenza e la spesa per acquisti, mentre i conti pubblici hanno potuto giovarsi delle riduzioni sugli interessi e sui costi del personale”. Il viceministro dell’Economia Enrico Morando: «Per ottenere risultati la revisione della spesa deve essere strutturale».
Si aggrava la crisi di Alitalia. La compagnia ha perso circa 500 milioni nel 2016 e altri 200 solo nel primo trimestre del 2017. Bastano queste cifre, scrive Filippo Santelli su Repubblica, a spiegare l’urgenza con cui si stanno muovendo i commissari per individuare i primi costi da tagliare.
Sulle stesse pagine Roberto Petrini parla della “corsa a Bankitalia”. In autunno si porrà il problema del rinnovo o della successione del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: “Resta in pole Visco con Fortis e Padoan. L’evoluzione del quadro politico peserà sulla scelta dei vertici di Via Nazionale e della Consob”.
Ennesimo attacco frontale (a scoppio ritardato?) di Ferruccio de Bortoli dalle pagine del Corsera: “Banchieri, è anche colpa vostra. Dopo la vicenda di Monte dei Paschi e Popolari Venete si intravvede una via di uscita. Ma il paracadute pubblico dovrebbe dare il via a un vero dibattito tra gli istituti sani che restano miopi”.
Luigi Grassia sulla Stampa fornisce una notizia interessante: “Nelle energie alternative l’Italia è la prima della classe: nel 2016 il nostro Paese ha raggiunto con quattro anni di anticipo gli obiettivi europei di quota delle fonti rinnovabili sui consumi finali (il 17,6% contro il 17% previsto al 2020)”.
Esteri
Alessandra Longo su Repubblica: “«I nostri 3 anni con Boko Haram», l’incubo finito delle 28 ragazze. Le studentesse liberate sono molto dimagrite e ancora sotto shock: alcune sono mutilate. Ce n’è una che tiene per mano la bambina di due anni che ha partorito durante la prigionia”.
Carlo Panella su Libero: “La strage in Venezuela che l’Onu non vede. I blindati schiacciano chi protesta a Caracas. Il silenzio della comunità internazionale dà la licenza di uccidere alla dittatura comunista del Venezuela”.