Nel mondo arabo l’amore non conosce la crisi economica. Quando si tratta di celebrare questo nobile sentimento, gli arabi non hanno remore e timori di sorta. Pur di non andare in bianco con la sua amata, Rodolfo d’Arabia è disposto ad andare in rosso nel suo conto corrente.
In base a un sondaggio compiuto su un campione di giovani arabi tra i 18 e i 35 anni, il 27% del campione è disposto a spendere per san Valentino circa 50 dollari; il 15% mette a disposizione un budget tra i 50 e 100 dollari; il 6% tra i 100 e 150 dollari, mentre un 8% è disposto a superare i 150. Considerando che la media di uno stipendio medio per un giovane in Algeria, Tunisia, Egitto e nello Yemen non supera i 200 dollari, queste cifre sono quasi una dote matrimoniale piuttosto che un pensierino per la festa degli innamorati. Fiori e oggettistica sono i regali più gettonati. Naturalmente i diamanti rimangano quelli più desiderati dalle signorine. In fondo, dal punto di vista di una donna araba, se il valore di un diamante dura in eterno, la speranza è che lo sia anche l’amore di chi lo compra. Eccessivo romanticismo? Può darsi. Tuttavia, le prassi consumistiche non sono in contrapposizione con gli atteggiamenti e con i linguaggi amorosi degli arabi.
Il 76% degli interpellati al sondaggio, ha infatti dichiarato di considerarsi una persona romantica mentre per il 60% è normale pensare di fare un regalo speciale per la festa degli innamorati. Ma è il linguaggio dell’amore la vera prova dell’indole romantica degli arabi. Il sostantivo “habibi”, che in arabo significa “amore mio” è la parola più pronunciata in un discorso. I termini che riconducono a sentimenti di affetto ed amore si sentono nella maggior parte delle conversazioni e sono ripetute a go go nelle canzoni e nelle poesie. Anche tra amici è normali chiamarsi habibi. Tra amanti è anche normale chiamarsi anima mia, luce dei miei occhi, esistenza mia, spirito mio. Ma anche miele e gazzella. “La lingua araba” ha detto a Cappuccino e Narghilè l’italo-siriana Lubna, “è una vera libidine. Ha circa 60 modi di dire ti amo. Considerando come il vocabolario offra ampio spazio alle più varie sfumature, un arabo attinge alla sfera della semantica amorosa tre quarti della sua giornata”.
L’arabo amoroso è anche una gran fatica. Le donne si aspettano uno sforzo semantico da parte degli uomini. Quando una ragazza dice al suo partner “ti amo”, lui deve rispondere con una sfumatura più alta, più profonda, del tipo “ti amo luce dei miei occhi”. Se lei dice “mi manchi”, lui deve ribattere con “mi manchi da morire”. Se lui risponde allo stesso modo di lei, significa che lui non è serio né convinto. Libidine o fatica, resta il fatto che nella lingua araba ci sono tante parole per indicare comunicare lo stesso sentimento. Se una lingua ha molti termini per uno stesso concetto, ha scritto la famosa autrice marocchina Fatima Mernissi nel suo libro “Le 51 parole dell’amore” significa che il desiderio di comprenderlo e di viverlo è davvero forte (da Il Sole24Ore).
In base a un sondaggio compiuto su un campione di giovani arabi tra i 18 e i 35 anni, il 27% del campione è disposto a spendere per san Valentino circa 50 dollari; il 15% mette a disposizione un budget tra i 50 e 100 dollari; il 6% tra i 100 e 150 dollari, mentre un 8% è disposto a superare i 150. Considerando che la media di uno stipendio medio per un giovane in Algeria, Tunisia, Egitto e nello Yemen non supera i 200 dollari, queste cifre sono quasi una dote matrimoniale piuttosto che un pensierino per la festa degli innamorati. Fiori e oggettistica sono i regali più gettonati. Naturalmente i diamanti rimangano quelli più desiderati dalle signorine. In fondo, dal punto di vista di una donna araba, se il valore di un diamante dura in eterno, la speranza è che lo sia anche l’amore di chi lo compra. Eccessivo romanticismo? Può darsi. Tuttavia, le prassi consumistiche non sono in contrapposizione con gli atteggiamenti e con i linguaggi amorosi degli arabi.
Il 76% degli interpellati al sondaggio, ha infatti dichiarato di considerarsi una persona romantica mentre per il 60% è normale pensare di fare un regalo speciale per la festa degli innamorati. Ma è il linguaggio dell’amore la vera prova dell’indole romantica degli arabi. Il sostantivo “habibi”, che in arabo significa “amore mio” è la parola più pronunciata in un discorso. I termini che riconducono a sentimenti di affetto ed amore si sentono nella maggior parte delle conversazioni e sono ripetute a go go nelle canzoni e nelle poesie. Anche tra amici è normali chiamarsi habibi. Tra amanti è anche normale chiamarsi anima mia, luce dei miei occhi, esistenza mia, spirito mio. Ma anche miele e gazzella. “La lingua araba” ha detto a Cappuccino e Narghilè l’italo-siriana Lubna, “è una vera libidine. Ha circa 60 modi di dire ti amo. Considerando come il vocabolario offra ampio spazio alle più varie sfumature, un arabo attinge alla sfera della semantica amorosa tre quarti della sua giornata”.
L’arabo amoroso è anche una gran fatica. Le donne si aspettano uno sforzo semantico da parte degli uomini. Quando una ragazza dice al suo partner “ti amo”, lui deve rispondere con una sfumatura più alta, più profonda, del tipo “ti amo luce dei miei occhi”. Se lei dice “mi manchi”, lui deve ribattere con “mi manchi da morire”. Se lui risponde allo stesso modo di lei, significa che lui non è serio né convinto. Libidine o fatica, resta il fatto che nella lingua araba ci sono tante parole per indicare comunicare lo stesso sentimento. Se una lingua ha molti termini per uno stesso concetto, ha scritto la famosa autrice marocchina Fatima Mernissi nel suo libro “Le 51 parole dell’amore” significa che il desiderio di comprenderlo e di viverlo è davvero forte (da Il Sole24Ore).