Politica

Donne, Avanti! Depressione post partum male vero

È stato un altro fine settimana con la donna sotto riflettori. Anche se al centro della notizia c’è sempre più la parola (ormai quasi vuota per quanto è stata scavata!) piuttosto che la donna stessa. A dimostrarlo è il continuo sentenziare sulle questioni ‘rosa’: dalle quote alla discriminazione, passando per il sesso.
Evidentemente gli studi di marketing rilevano che attirano ancora le pagine fucsia: finiscono quindi con l’appassionare le recensioni di libri come quello di Michela Marzano (Sii bella e stai zitta, Mondadori) che fa un’analisi talmente negativa della nostra condizione femminile da farci sembrare più vicino il Medio Oriente; interessano gli aneddoti che raccontano di cravatte come premi produzione e che dipingono Ikea come un’azienda maschilista, dimenticando però che la Svezia è il paese in cui le leggi sulle pari opportunità sono più all’avanguardia. Deve essere necessariamente così, se invece la notizia relativa alla scoperta della causa scatenante della depressione post partum ha trovato spazio – nel migliore dei casi – in una “breve”! La possibilità di prevenire e curare una malattia che affligge il 10% delle neomamme e che, oltre ad avere un elevato costo sociale, può rendere la gravidanza davvero penalizzante per una donna, non fa notizia secondo la nostra stampa. Senza contare i risvolti drammatici che il problema troppo spesso assume.
C’è di che riflettere: il vero problema potrebbe non essere il maschilismo o lo sfruttamento, ma le conseguenze determinate dall’ossessione di volersi affermare ad ogni costo. Per esempio, l’abitudine di non dare la giusta importanza alla scoperta o alla conquista in sé, perché troppo prese a farne una battaglia di principio. In questo caso per fortuna c’è poco da strumentalizzare: si è finalmente individuata la causa scientifica di un problema, che finalmente potrà essere affrontato come si deve e che spesso, fino ad ora, era stato attribuito semplicisticamente ad una fragilità particolare di alcune madri (l’Avanti del 22 giugno).

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