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I giovani di Cesare per tornare in cima al mondo

“Balotelli e Cassano possono giocare insieme. Credo che in Italia ci sia qualità e che la qualità sia importante. Gli oriundi? Se bravi, saranno ben accetti”.
In questa frase di Cesare Prandelli, neo commissario tecnico della nazionale italiana, è riassunta tutta la voglia di rompere definitivamente col recente passato.
E’ stato proprio Lippi, illustre predecessore dell’ex tecnico viola, a bocciare i fantasisti di Inter e Sampdoria, a preferire il fiato rispetto all’estro e a lasciare a casa i “naturalizzati”. In poche parole: prima il gruppo, poi la qualità. In Sudafrica la strategia si è rivelata fallimentare. E adesso Prandelli, chiamato a risollevare le sorti di un grande movimento caduto in disgrazia, prova – almeno a parole – a voltare definitivamente pagina.
Per il ct la vacanze sono già finite: “Sto pensando alle prime convocazioni e sto pensando alle partite di settembre di qualificazione europea, perché vogliamo raggiungere il risultato. Sarebbe bello vedere partite giocate bene e migliorare strada facendo”.
I giovani al centro del nuovo progetto azzurro: “Sono sempre più convinto avendo lavorato molto nel settore giovanile dell’Atalanta, che il calcio debba investire sul settore giovanile, sulla crescita dei propri giocatori e non sulla loro carriera. Abbiamo grande qualità nei settori giovanili e dobbiamo lavorare in quella direzione”.
Obiettivi? Ambiziosi, o meglio da Italia. Prandelli non ha paura: “Tra le prime quattro al mondo, è lì il posto che gli compete”.

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