(DIRE) Tamponi anti-Covid e vaccinazioni a tappeto, non solo contro il Sars-CoV-2 ma anche contro tutte quelle malattie per cui in Italia è previsto l’obbligo: epatite B, tubercolosi, difterite, tetano, pertosse, poliomelite, morbillo, parotite, rosolia e haemophilus influenzae b.
Questo il protocollo a cui devono essere sottoposti i cittadini che dall’Ucraina arrivano in Italia. Così stabilisce un recente documento del ministero della Salute contenente le prime indicazioni per le aziende sanitarie locali che si trovano a dover gestire minori e adulti in arrivo dall’Ucraina.
Ma perché vaccinazioni a tappeto? Il documento parte da un presupposto: le notevoli criticità dovute alle basse coperture vaccinali esistenti in Ucraina e il recente verificarsi di focolai epidemici, come l’epidemia di morbillo nel 2019 e il focolaio di polio iniziato nel 2021 e tutt’ora in corso nel Paese.
«Tale situazione – evidenzia il ministero della Salute – affonda le radici in anni di difficoltà organizzative e di approvvigionamento di vaccini, oltre che in una lunga storia di esitazione vaccinale nel Paese, ampiamente diffusa sia nella popolazione generale che fra gli operatori sanitari». Tutto ciò «oltre a rappresentare un ostacolo per l’adesione all’offerta vaccinale in fase di accoglienza, può ulteriormente aumentare il rischio che si sviluppino focolai epidemici di malattie prevenibili da vaccino nelle strutture deputate all’accoglienza dei migranti, un rischio già favorito dalle precarie condizioni igienico-sanitarie associate alla crisi e al fenomeno migratorio stesso».
Il ministero raccomanda pertanto, per tutti i bambini e i ragazzi fino a 18 anni, l’offerta delle vaccinazioni previste in rapporto all’età, secondo il calendario del Piano nazionale di prevenzione vaccinale, se il soggetto non è mai stato vaccinato nel Paese d’origine o ha una documentazione insufficiente e uno stato vaccinale incerto. Se, invece, il minore è stato regolarmente vaccinato nel Paese di origine e ha uno stato vaccinale adeguatamente documentato, la raccomandazione è di eseguire il completamento del ciclo vaccinale primario o i successivi richiami.
Per chi, invece, ha più di 18 anni, non è vaccinato o ha uno stato vaccinale incerto, il ministero della Salute raccomanda di offrire le seguenti vaccinazioni: difterite, tetano, pertosse, polio, morbillo, parotite, rosolia (eccetto donne in gravidanza), varicella (valutare), epatite B (quest’ultimo da valutare in caso di screening negativo).
Sul fronte Covid-19, il ministero guidato da Roberto Speranza prevede che i cittadini provenienti dall’Ucraina vengano sottoposti a test diagnostici nelle 48 ore dall’ingresso nel caso in cui siano privi di digital Passenger Locator Form o di certificazione verde Covid-19. «Tutti coloro che verranno individuati come casi o contatti di caso (esempio allo screening nei punti di accoglienza) – precisa il ministero – andranno gestiti secondo la normativa vigente adottando le misure di profilassi e tracciamento più idonee».
Per quanto riguarda i vaccini anti-Covid, partendo dal presupposto che «la copertura vaccinale in Ucraina si aggira intorno al 35% della popolazione, rappresentando una fra le più basse in Europa», la raccomandazione del ministero è di offrire la vaccinazione a tutti soggetti a partire dai 5 anni di età che dichiarano di non essere vaccinati o non sono in possesso di documentazione attestante la vaccinazione, comprensiva della dose di richiamo (booster) per i soggetti a partire dai 12 anni di età.