“Pluriaccusato sempre innocente”: è questo il titolo dell’articolo con cui Italia Oggi ha ripercorso tutte le tappe del calvario mediatico-giudiziario subito dall’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone.
Il suo è un caso clamoroso di “innocente seriale”, con ben sei determinazioni consecutive della magistratura in favore dell’accusato. Intanto però il suo impero alberghiero e immobiliare è stato seriamente colpito dalle azioni quanto meno precipitose delle procure che hanno fatto perdere il posto di lavoro a migliaia di dipendenti del Gruppo.
Ma ripercorriamo tutti i proscioglimenti dell’ingegner Caltagirone:
Caso 1/ Porto d’Imperia – Dopo quattro anni di processo, sequestri e carcerazioni preventive subite, l’ingegner Caltagirone il 7 novembre 2014 ha visto cadere le accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato in concorso e abuso di ufficio nella realizzazione del porto d’Imperia. La sentenza di primo grado è giunta nel merito, con formula piena, «perché il fatto non sussiste» e sono stati pesanti i rilievi formulati dal tribunale di Torino nei confronti della procura di Imperia che aveva condotto l’inchiesta e della pm Di Lazzaro.
Poi, il 13 marzo 2017, anche la Corte d’appello di Torino ha confermato la sentenza di primo grado. Tale decisione è divenuta irrevocabile il 17 ottobre, perché l’accusa non ha presentato ricorso in Cassazione.
Nel frattempo, però, dalla vicenda giudiziaria kafkiana relativa al porto d’Imperia sono fioriti con effetto domino altri procedimenti, di cui ben cinque già chiusi:
Caso 2/ “Falsa fatturazione” – Il tribunale di Roma il 15 dicembre 2014 ha definito addirittura in udienza preliminare il non luogo a procedere, «perché il fatto non sussiste», rispetto all’accusa di emissione di fattura per operazioni inesistenti da parte della società Acquamare.
Caso 3/ Bancarotta fraudolenta – Il 14 dicembre 2017, il giudice del tribunale di Imperia ha emesso il decreto di archiviazione dalle accuse di bancarotta fraudolenta in concorso accogliendo la richiesta dello stesso pm che l’aveva avanzata «per infondatezza della notizia di reato».
Caso 4/ Fatture per operazioni inesistenti – Il 9 marzo 2015 il tribunale di Roma accoglie la richiesta di archiviazione di un procedimento sulla fatturazione relativa all’utilizzo di un aereo e lo fa su richiesta dello stesso pm che motiva così la sua istanza: «ritenuto che gli elementi acquisiti non consentano di sostenere l’accusa in giudizio».
Caso 5/ Omessa dichiarazione fiscale – Il tribunale di Roma il 15 maggio 2017 emette un altro decreto di archiviazione, ancora una volta avanzata dallo stesso pubblico ministero che l’aveva richiesta, «ritenuta quindi l’infondatezza della notizia di reato perché il fatto non sussiste».
Caso 6/ Truffa ai danni delle banche che hanno finanziato la costruzione del porto d’Imperia – il 29 maggio 2017, il tribunale di Roma emette un decreto di archiviazione su richiesta del pm «poiché dagli atti non emergono elementi utili a sostenere l’accusa in giudizio».