L’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonio Montante, è stato arrestato questa mattina dalla Polizia di Caltanissetta, insieme ad altre 5 persone. Montante è attualmente presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta e di Retimpresa Servizi di Confindustria Nazionale. L’accusa per gli arrestati è di essersi associati allo scopo di commettere più delitti contro la pubblica amministrazione, oltre a quella di accesso abusivo a sistema infermatico e altri delitti di corruzione. L’indagine guidata dalla squadra mobile di Caltanissetta è coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Fra le altre persone a cui è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari ci sarebbero anche tre poliziotti, che secondo gli inquirenti avrebbero preso parte alla rete di spionaggio creata da Montante.
Ma l’inchiesta sembra andare molto al di là dei soli cinque arrestati. Ci sarebbero infatti anche altri 22 indagati, accusati di aver avuto un ruolo nella fuga di notizie di cui avrebbe usufruito l’imprenditore. Fra i nomi anche quello dell’ex presidente del Senato Renato Schifani, l’ex generale Arturo Esposito, già direttore del servizio segreto civile (Aisi) , e ancora Andrea Cavacece, capo reparto dello stesso servizio, e Andrea Grassi, già dirigente della prima divisione del Servizio centrale operativo della polizia.
Per Schifani l’accusa è di rivelazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento e secondo il disegno degli inquirenti avrebbe rivelato notizie coperte da segreto, conosciute tramite le parole dell’ex direttore dell’Aisi Esposito, informazioni ricollegate all’inchiesta che ha condotto all’arresto di Montante. Secondo la procura infatti l’ex presidente del Senato avrebbe detto al professore Angelo Cuva, anch’egli fra gli indagati, che il nome del colonello Giuseppe D’Agata era stato iscritto nel registro degli indagati all’interno dello stesso procedimento.
Fra i 22 indagati, anche agenti di diverse forze dell’ordine: oltre al colonnello dei carabinieri D’Agata, già capocentro della Dia di Palermo con un passato nei servizi, ci sarebbero anche Diego Di Simone, ex sostituto commissario della squadra mobile di Palermo, e Marco De Angelis, sostituto commissario prima alla questura di Palermo poi alla prefettura di Milano. E ancora Ettore Orfanello, ex comandante del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza a Palermo, e l'imprenditore Massimo Romano, leader dei supermercati in Sicilia
Secondo il Gip, vi sarebbe «un contesto di soggetti legati a doppio filo dallo scambio di favori funzionali a tutelare le reciproche posizioni acquisite nei rispettivi contesti di operatività». Nell’ordinanza si legge ancora che tale associazione «sembra avere, come finalità ultima, quella di proteggere coloro che ne fanno parte ed evitare possibili negative conseguenze derivanti da attività d'indagine». Giuseppe Catanzaro, presidente di Sicindustria, ha invece dichiarato: «È ancora presto per esprimere valutazioni, ma confidiamo nell’operato della magistratura».