Politica

“Sì, potevamo presentarle prima”

“E’ incredibile che Emma Bonino e Marco Pannella, che sempre hanno difeso i principi della democrazia e hanno praticato la non violenza, adesso cercano di impedire il corretto svolgimento della competizione elettorale con l’esclusione del maggior partito nazionale e del Lazio, ricorrendo al più gretto burocratismo e facendo finta di non vedere quegli atteggiamenti violenti che hanno impedito ai rappresentanti del PdL di depositare la lista per Roma. La paura di perdere, ed evidentemente anche il contagio dell’Idv e del Pd, li porta a calpestare i principi di democrazia e non violenza che fino a ieri avevano caratterizzato i radicali”. Sembra che non siano trascorsi due anni e che lei, Beatrice Lorenzin, sia ancora la combattiva coordinatrice nazionale del movimento giovanile di Forza Italia. Arriva per prima a piazza San Lorenzo in Lucina, dove il Pdl romano ha previsto un sit in di protesta per chiedere la riammissione della lista alla competizione elettorale, e inizia a gridare “chi è  che comanda qui? Non c’è ancora lo striscione! Non c’è ancora il microfono! Avete sistemato il palco e le transenne?”. Guida gli operai con piglio deciso e contemporaneamente risponde alle nostre domande.
Onorevole, ma cosa è successo? Non siete riusciti a presentare la lista nella provincia di Roma. Roba da dilettanti…
Non è così semplice, i due stavano in fila. Prima è uscito uno dei due e a quel punto il delegato rimasto è stato provocato ed è uscito anch’egli dall’ufficio. Ma ha lasciato lì le firme. Firme di cittadini italiani che hanno sottoscritto una lista di cui conoscevano la composizione. Firme raccolte documenti alla mano. Firme autentiche che meritano rispetto.
Resta il fatto che potevate presentarle prima.
Sì, potevamo presentarle prima. Ma era legittimo farlo sabato, l’hanno fatto molte liste. Perché  noi no?
Gli altri sono riusciti a presentarle. Voi no.
Se è per questo altre liste, curiosamente collegate a Renata, da Sgarbi ai Pensionati, sono state escluse dalla competizione.
Intanto però si è  vestita tutta di viola, scaramantica o ha fiutato che le cose finiranno male?
Ah già, questa mattina non ci ho pensato. Comunque sono tranquilla e Renata lo è più di me. Sono fiduciosa.
Bonino si diverte…
Emma Bonino continua a mostrarsi irrispettosa nei confronti di tutti quegli elettori che si riconoscono nel centro-destra. Di questo passo si corre il rischio che tutta la sinistra manifesti una deriva giustizialista e forcaiola che non fa bene né al Paese né ai cittadini laziali e romani. Noi saremo in piazza per chiedere il sacrosanto diritto di misurarci alle elezioni, di fronte agli elettori, perché sia il popolo a giudicare chi debba governare la regione e, ne stia certo, i laziali sceglieranno Renata Polverini.
Intanto però nel Pdl regnano confusione e incertezza.
Aspettiamo che le autorità  preposte affrontino il problema, anche dal punto di vista del favor voti. La Corte d’Appello di Roma deciderà nelle prossime ore se accogliere o meno la nostra istanza. Se l’ufficio centrale regionale della Corte d’Appello accoglierà l’istanza del Pdl Lazio, non sarà necessario presentare istanza davanti al tribunale amministrativo regionale. Nel ricorso si sottolinea che tutta la documentazione relativa ai candidati di lista era già stata presentata alle 11.30 presso gli uffici preposti e si mette l’accento sul fatto che questa documentazione è sempre rimasta a disposizione dei suddetti uffici.
È possibile che i delegati siano usciti per manomettere la lista?
Lo escludo categoricamente. Ai nostri delegati è stato impedito oggettivamente di presentare la lista. Trovo sconcertante il fatto che si cerchi di alterare il voto ricorrendo a mezzucci. Tanto è vero che, anziché confrontarci sui problemi degli abitanti del Lazio, perdiamo tempo a perdere di carte bollate nel perfetto stile radicale. Noi continueremo ad oltranza questa manifestazione. Saremo nuovamente qui martedì (oggi, ndr) e mercoledì, mentre per giovedì 4 marzo pensiamo ad un grande evento in piazza del Popolo. Siamo e saremo in piazza per chiedere il ripristino della democrazia (Il Clandestino).

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