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Renzi presenta la sua squadra (7 donne e 5 uomini) e rassicura Letta

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Scritto da vocealta

Letta renzi-L’idea di ritirare la fiducia al governo «non è un tema all’ordine del giorno». Così il neo segretario Pd Matteo Renzi nella conferenza stampa svolta accanto al suo predecessore Guglielmo Epifani per ratificare (anche se l’ufficialità arriverà solo domenica prossima dall’assemblea nazionale del partito) la sua vittoria nelle primarie di ieri. E la conferma del fatto che, almeno per ora, il sindaco di Firenze non farà la guerra al Premier arriva dallo stringatissimo comunicato che Palazzo Chigi emana dopo il successivo faccia a faccia di oltre un’ora fra il presidente del Consiglio e il nuovo leader dei Democratici.

«Abbiamo avuto un incontro lungo, positivo e fruttuoso – si legge nella loro nota congiunta – Lavoreremo bene insieme». Renzi comunque oggi ha anche annunciato la sua squadra di lavoro nel partito. E’ composta da 12 nomi, cinque uomini e sette donne i membri della nuova segreteria Pd. Si tratta di: Luca Lotti, all’organizzazione; Stefano Bonaccini, (enti locali); Filippo Taddei (responsabile economia); Davide Faraone (Welfare e scuola); Francesco Nicodemo (comunicazione); Maria Elena Boschi (riforme); Marianna Madia (lavoro); Federica Mogherini (Europa e affari internazional); Deborah Serracchiani (Infrastrutture); Chiara Braga (ambiente), Alessia Morani (giustizia), Pina Picierno (Sud); Lorenzo Guerini (portavoce). Subito prima Guglielmo Epifani, segretario uscente, aveva comunicato sul dato dell’affluenza alle urne per le primarie che «il dato, non ancora ufficiale, si avvicina intorno ai 2,9 milioni, è un dato in parte inimmaginabile – ha commentato -, la migliore risposta al sentimento di antipolitica che attraversa il Paese». Prima di recarsi all’incontro a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio, Renzi ha ribadito che chiederà “tre cose” a Enrico Letta. «Come detto in campagna elettorale, al governo chiediamo tre cose: il taglio dei costi della politica, un piano per il lavoro e una nuova idea di Europa».

Quindi ha spegato, circa i rapprti con il resto del partito che non ci sarà nessun “braccio di ferro” con i gruppi parlamentari. «Avverto la necessità di dare immediatamente dei segnali, non c’è un minuto da perdere», ha detto. «Domani all’assemblea dei gruppi parlamentari e domenica all’assemblea nazionale – ha sottolineato – la linea uscita dalle primarie avrà i primi momenti di condivisione». «Se c’è bisogno di fare una discussione la faremo. Mi limito a dare i tempi: c’è un’urgenza di cambiamento che le primarie hanno dato», ha spiegato. Il neo segretario Pd ha anche chiarito che non intende dimettersi da sindaco di Firenze: «Non mi dimetto, questo tema non è all’ordine del giorno», ha tagliato corto.

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