La declinazione dei tre temi principali (qualità, sostenibilità e innovazione) trattati al Convegno Quadri di Anga (Roma, 7 e 8 giugno) sarà decisiva per le scelte attuali e future del settore agricolo.
Per conoscere meglio la realtà associativa in vista del convegno di giugno, Vocealta.it ha intervistato Giovanni Chiò, presidente regionale di Anga Piemonte e presidente provinciale di Anga Novara, che parteciperà all'iniziativa fortemente promossa dal presidente nazionale di Confagricoltura giovani, Raffaele Maiorano.
Vorrei che ci raccontasse un po’ di lei e della sua azienda.
«Ho 31 anni e gestisco con i miei fratelli un’azienda, la Battioli Paola Società Agricola S.s., a indirizzo cerealitico, nella provincia di Novara. È un’azienda che la nostra famiglia conduce da più di 150 anni. Il nostro indirizzo di produzione è prettamente risicolo, ma per la rotazione abbiamo anche altre colture come soia, orzo, frumento e mais. Una parte dell’azienda l’abbiamo dedicata alle produzioni biologiche: siamo in fase di conversione e prevediamo di ottenere le certificazioni di prodotto biologico entro l’anno. Attuiamo agricolture di precisione da ormai 9 anni a 360°. Dalla mappa di produzione che la mietitrebbia elabora, acquisiamo mappe di raccolta sulle quali progettiamo una strategia agronomica ed economica per l’azienda, così da incrementare tutta la gestione dei mezzi tecnici: dal seme, ai fitofarmaci, agli agrofarmaci, ai concimi».
Al Convegno Quadri del 7 e 8 giugno si parlerà di qualità, sostenibilità e innovazione. Qual è il suo parere in merito?
«Sposo a pieno titolo queste tematiche che poi andranno a influenzare le scelte attuali e future per il settore agricolo, da implementare in un’ottica di consapevolezza. Fare quindi una sostenibilità consapevole, in funzione delle possibilità e capacità che l’agricoltura italiana concede a questo settore. L'obiettivo è una produzione agricola di assoluta eccellenza e qualità che permetta di distinguere i prodotti made in Italy dalle produzioni dal resto d’Europa e del mondo».
Cosa l’ha spinta ad impegnarsi in Anga e cosa rappresenta per lei questa associazione?
«È qualche anno che sono in Anga. Per me è importante mettermi in gioco e dare un mio contributo alle sorti di questo settore, al miglioramento dello stesso, alla crescita anche di un piccolo gruppo di agricoltori. Anga rappresenta un aspetto della mia quotidianità e uno scambio di idee e informazioni, veicolo di formazione per gli associati e l’Associazione stessa».