In occasione del Forum europeo per la riduzione dei rischi tenutosi a Roma e al quale hanno partecipato i delegati di 55 paesi europei, il premier Conte ha presentato il "Piano nazionale per la sicurezza" contro i rischi idrogeologici. La prevenzione sarà tra le preoccuazioni primarie del governo, al fine di contenere i rischi dovuti ad alluvioni, terremoti e altre calamità naturali. Dopo decenni di incuria, azioni criminali e scelte incoscenti, e di fronte alla realtà del fatto che il territorio italiano è di per sé instabile, diventa quanto mai imprescindibile passare da «un approccio emergenziale a uno strutturale», afferma il premier, con «vari livelli d'intervento che coinvolgano gli enti locali, il governo e la Protezione Civile».
Il Piano, su cui si sta già lavorando a Palazzo Chigi, consiste in tre linee d'intervento: creare una Struttura che faccia capo al ministero dell'ambiente e che si occupi di gestire i fondi a disposizione – si parla di 900 milioni per contrastare il dissesto idrogeologico per il prossimo triennio, di 6 miliardi per le Regioni e di altri 200 milioni destinati, con un decreto personale del premier, alle ultime 11 regioni travolte dal maltempo -, potenziare il Servizio Civile attraverso il coinvolgimento dei giovani, e attuare, insieme al Miur e alla Protezione Civile, un «piano di educazione» alla cultura del rischio per le scuole. Lo scopo è quello di accelerare i processi decisionali e operativi, vista la criticità della quastione ambientale e climatica, sia in Italia che a livello globale.
Prima di lasciare il Forum il premier, insieme ad alcuni ragazzi, è salito sulla "piattaforma sismica" del Dipartimento, che riproduce i movimenti provocati da un terremoto dell'entità di quello verificatosi all'Aquila nel 2009.