La premier Theresa May difende i punti della bozza d'intesa sulla Brexit concondata con l'Ue che suscitano invece polemiche e contestazioni, nonché la dimissione di cinque ministri per la Brexit, tutti Tory, che l'hanno accusata di non aver mantenuto «le promesse fatte agli elettori».
I punti critici della bozza riguardano: la questione del backstop, a garanzia di un confine aperto tra Belfast e Dublino – l’Irlanda del Nord continuerebbe di fatto a far parte dell’Unione Europea, almeno dal punto di vista economico -, la garanzia di relazioni post-Brexit privilegiate fra Ue e Gran Bretagna sul fronte commerciale, della sicurezza, della difesa e della politica estera e la difesa dei diritti dei cittadini europei nel Regno Unito (e viceversa), che rimangono blindati, per quanto riguarda gli attuali residenti, in uno dei due territori. Quanto alla futura libertà di movimento, la May ha sentenziato che essa «avrà fine una volta per tutte» e che Londra riprenderà «il pieno controllo dei suoi confini delle sue leggi e del suo denaro».
Secondo il referente dell'emiciclo di Strasburgo per la Brexit, Guy Verhofstadt, il progetto di accordo difeso dal premier Theresa May è «il migliore che si potesse ottenere», mentre Angela Merkel lo ha definito «una buona base di ragionamento».
Resta comunque ancora tutto da decidere. Il Parlamento europeo avrà l'ultima parola sulle modalità dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, prevista per il 29 Marzo 2019, soprattuto rispetto alle questioni sopra citate.