Giustizia Quotidiana

Perché è necessaria una riforma della giustizia

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Scritto da vocealta

giustiziaSin dall’insorgere di quella rivoluzione mediatico – giudiziaria che prese il nome di “Mani Pulite” il rapporto tra politica e magistratura è entrato in un vortice impazzito.

Le vicende di questi giorni non sono altro che la logica conseguenza delle mancate riforme e delle omissioni dell’ultimo ventennio. Il potere giudiziario è divenuto nel corso del tempo, specie in presenza di una politica debole e subalterna, sempre più forte ed arrogante e neanche il Quirinale con i suoi nuovi super poteri è riuscito a contenerlo ed arginarlo.

Parafrasando Ennio Flaiano potremmo dire che la situazione non è solo grave, ma anche molto seria.

L’operato di una parte della magistratura – grazie anche ai suoi intrecci con interessi e mezzi di comunicazione – è finalizzato ad intervenire sulle vicende dell’attualità politica ed istituzionale, non più orientando l’azione di una parte delle forze politiche in campo ma sostituendosi direttamente ad esse.

E’ questo uno degli aspetti più inquietanti della “magistratura politicizzata 2.0” che la rende in ciò diversa da quella del biennio ’92 – ’94, e che tende così a svolgere un ruolo primario e totalizzante che va ben oltre l’iniziale intento, già di per sé deviante, di moralizzazione della società.

Oggi, infatti, assistiamo ad uno scontro diretto tra i poteri dello Stato senza limiti ed esclusione di colpi in barba a quel principio di equilibrio costituzionale che ha subito significative alterazioni nel corso del tempo.

L’origine di questo squilibrio è dovuto in primo luogo alla riforma dell’articolo 68 della Costituzione del ’93 che soppresse l’istituto dell’autorizzazione a procedere sull’onda delle vicende di finanziamento illecito ai partiti. Un rigurgito giustizialista i cui germi incubavano già con la nascita delle prime Commissioni d’inchiesta e con l’istituzione della stessa Commissione antimafia a cui spetta la medaglia della futilità e dell’ipocrisia.

A tutto ciò bisogna aggiungere che il Consiglio Superiore della Magistratura ha da sempre interpretato estensivamente le proprie attribuzioni ed ha assunto un ruolo “politico” di rappresentanza del potere giudiziario ben diverso da quello amministrativo disegnato dall’articolo 104 del dettato costituzionale.

E’ quindi lampante che il problema della giustizia, della sua imparzialità e del suo funzionamento sia un tema che va affrontato in maniera strutturale, con il tema cardine del riequilibrio costituzionale che va inserito all’interno di una nuova e funzionale cornice istituzionale.

Magari, se i saggi discutessero anche di questo, farebbero cosa gradita ed utile.

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