Il 31 dicembre scade la normativa legata all’emergenza anti-Covid e negli istituti penitenziari italiani potrebbero tornare 700 persone. Più di due anni fa, infatti, tra le misure adottate per limitare i rischi di contagio all’interno del carcere, ci fu anche quella che prevedeva per le persone detenute in semilibertà di non rientrare in istituto di notte. Uomini e donne hanno così avuto la possibilità di trovarsi un alloggio esterno dove vivere, di riabbracciare i propri cari e, di conseguenza, ricostruirsi una quotidianità. Nella maggior parte dei casi le persone che hanno avuto accesso a questa opportunità non hanno più commesso reati né infrazioni disciplinari.
I Garanti regionali dei diritti delle persone private della libertà chiedono infatti al Governo di prorogare la licenza straordinaria per i condannati e le condannate in semilibertà e permettere loro di accedere all’affidamento in prova al servizio sociale o alla liberazione condizionale, così da espiare la pena senza dover tornare in carcere.
Prorogare questa misura sarebbe in linea con quanto prevede la nostra Costituzione e, ancor di più, lo sarebbe immaginarsi una sanatoria valida una volta per tutte, invece di ritrovarsi puntualmente a dover rincorrere le scadenze.