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No alla carne sintetica dal governo: l’impatto ambientale è stato considerato?

Scritto da vocealta

Dopo il fallimentare attacco contro farine di insetti, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, prende di mira i cibi sintetici, in particolare la carne coltivata in laboratorio che pochi mesi fa è stata approvata a Singapore e negli Stati Uniti dalla Food and Drug Administration.

L’Italia non sembra salire sullo stesso treno di queste superpotenze economiche mondiali, avendo stilato, dunque, un disegno di legge presentato al Consiglio dei Ministri per impedire «agli operatori del settore alimentare e agli operatori del settore dei mangimi, di impiegare nella preparazione di alimenti, bevande e mangimi, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare oppure distribuire per il consumo alimentare, alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati».

Le sanzioni vanno da 10mila fino a 60mila euro, ma possono arrivare anche al 10% del fatturato dell’azienda, alle quali andrebbe aggiunta un’ulteriore sanzione amministrativa che impedirebbe all’impresa di usufruire di contributi, finanziamenti o agevolazioni di enti pubblici per una durata da uno a tre anni.

I ministri Lollobrigida e Schillaci hanno giustificato questa scelta per preservare la salute dei cittadini e la cultura italiana. «È una legge significativa: si basa sul principio di precauzione perché oggi non ci sono studi scientifici sugli effetti dei cibi sintetici – commenta il Ministro della Salute – Ribadiamo il massimo livello di tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia del patrimonio della nostra nazione e della nostra cultura agroalimentare che si basa sulla dieta mediterranea».

Ma nella discussione del ddl il governo ha considerato l’impatto ambientale?

La carne sintetica, anche conosciuta come carne coltivata in vitro o carne pulita, è prodotta in laboratorio attraverso la coltura di cellule muscolari di animali in un ambiente controllato. Le cellule vengono raccolte dall’animale tramite una biopsia senza causare danno, e poi vengono coltivate in un ambiente simile a quello del corpo dell’animale, con nutrienti, sostanze chimiche e temperature controllate.

Il processo di produzione della carne sintetica offre numerosi vantaggi rispetto all’allevamento tradizionale. In primo luogo, riduce la necessità di abbattere gli animali per la produzione di carne, il che potrebbe contribuire a ridurre l’impatto ambientale dell’allevamento intensivo. In secondo luogo, la carne sintetica potrebbe essere prodotta in modo più efficiente rispetto all’allevamento tradizionale, riducendo il consumo di acqua, terreno e cibo. In terzo luogo, la carne sintetica potrebbe ridurre il rischio di contaminazione da patogeni, come il batterio E. coli, che spesso si trovano nella carne tradizionale.

In un mondo in cui annualmente – secondo il World Economic Forum – vengono macellati 50 miliardi di polli, un miliardo e mezzo di maiali, mezzo miliardo di pecore e 300 milioni di mucche, la carne sintetica potrebbe essere una vera e propria rivoluzione per il futuro della nostra società e per combattere il cambiamento climatico.

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