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Napolitano: «Darei 7 giorni per le riforme»

Napolitano Giorgio
Scritto da vocealta

Napolitano Giorgio«Fosse per me gli darei sette giorni… »: ha risposto così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita a Bari, a un cittadino che lo esortava: «Gli dia 30 giorni di tempo per le riforme oppure li mandi tutti a casa». Il presidente della Repubblica ha partecipato presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari al convegno dal titolo «Cultura e Mezzogiorno, una nuova strategia per il Paese».

Dopo l’indirizzo di saluto del Rettore dell’Università, Corrado Patrocelli, sono intervenuti il vice presidente di Confindustria per il Mezzogiorno, Alessandro Laterza, il presidente Federculture, Roberto Grossi e il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Massimo Bray. Al suo arrivo a Bari il capo dello Stato ha visitato la mostra fotografica sul restauro del Palazzo ex sede Enel e ha scoperto la stele intitolata agli architetti Vittorio Chiaia e Massimo Napolitano, fratello del capo dello Stato scomparso nel 2004. Pungolato dai giornalisti sugli attacchi di Grillo nei suoi confronti, Napolitano si limita a rispondere così: «Sono venuto qui per una riflessione su Mezzogiorno e cultura, di altro non mi occupo».

E di Mezzogiorno il presidente della Repubblica ha parlato, sottolineando che «il Sud deve recuperare un ruolo che sta perdendo nello sviluppo generale del Paese» e «l’università è lo strumento principe attorno a cui deve ruotare un’azione pubblica più comprensiva». Sette giorni per le riforme? «Sono molto meno ambizioso del presidente Napolitano: mi sarei aspettato che al Senato fosse rispettato il termine di un mese indicato dalla procedura d’urgenza» sulla legge elettorale, afferma Roberto Giachetti, deputato Pd in sciopero della fame da 23 giorni contro il Porcellum, che oggi ha presentato il «No Porcellum Day» in programma il prossimo 31 ottobre. «Il presidente del Consiglio, i ministri e numerosi esponenti politici – aggiunge Giachetti – avevano garantito a più riprese che entro fine ottobre avremmo avuto una riforma del Porcellum almeno al Senato. Ma così non è».

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