All’indomani della perturbazione che ha avuto i suoi effetti più rilevanti in Calabria, Puglia, Basilicata e in gran parte della Sicilia la Copagri ha fatto sapere che, sulla base di una prima ricognizione, «La nuova ondata di maltempo che ha colpito il Paese, flagellato da venti forti o di burrasca e gelate su tutta l'area centro-meridionale, ha interessato in particolare le regioni del Mezzogiorno, dove le intense raffiche hanno compromesso numerose coltivazioni in campo, in particolare ortofrutticole, danneggiando strutture, tendoni e serre e abbattendo molte alberature». In queste zone la Protezione Civile ha diramato un'allerta gialla». «In Sicilia – ha rilevato la Confederazione – i danni si concentrano nella zona sud-est dell'isola; in Basilicata si temono ripercussioni sui raccolti di fragole e albicocche, con riferimento all'area del metapontino, sferzata dal gelo; situazioni analoghe si riscontrano in Calabria, in particolare nel cosentino, e in Puglia, dove le temperature sono scese ben al di sotto delle medie stagionali. Danni consistenti, sempre causati dalle forti raffiche di vento, si registrano anche in Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e Campania».
Il presidente della Copagri Franco Verrascina ha sottolineati che «E' ora necessario procedere celermente con i necessari adempimenti per valutare la possibilità di avviare iniziative a tutela dei produttori agricoli, quantificando le eventuali perdite e comunicandole alle istituzioni preposte». «Di fronte al sempre più frequente ripetersi di questi fenomeni climatici estremi, purtroppo sempre meno sporadici e isolati e dovuti anche ai cambiamenti climatici – ha aggiunto il presidente – , è importante ribadire l'importanza del ruolo degli agricoltori quali custodi del territorio e presidio dell'ambiente, anche e soprattutto per la manutenzione delle piante, delle aree verdi urbane e dei terreni di scolo». «La tutela dell'ambiente e del territorio è uno degli obiettivi di spesa dei fondi strutturali stanziati dall'Unione Europea. A questo proposito, vale la pena di ricordare che nel settennato 2014-20 l'UE ha stanziato per l'Italia quasi 43 miliardi di euro, destinati anche a programmi di occupazione, per la crescita e per lo sviluppo dell'agricoltura; è inaccettabile che, a ottobre 2018, il nostro paese ne abbia spesi appena il 3%, contro una media europea che supera il 13%, e che si corra il serio rischio che tali fondi, se non impiegati entro il 2020, tornino nelle casse di Bruxelles per essere destinati ad altri paesi più virtuosi», ha concluso Verrascina.