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Maggioranza divisa sulla Prescrizione: Di Maio, il 1 gennaio è legge

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«Ci risiamo. Ancora una volta siamo sotto attacco sulla riforma della Prescrizione. E, ancora una volta, stentiamo a comprenderne le ragioni». Inizia così un post firmato "Movimento 5 stelle" sul blog delle stelle e pubblicato stamani, che ribadisce la ferma intenzione dei pentastellati a non concedere deroghe o rinvii all'entrata in vigore della riforma Bonafede il primo gennaio, nonostante le perplessità del Pd. «L'Anm (Associazione Nazionale Magistrati) – si legge nel post – ha, da ultimo, dato il suo sostegno alla norma Bonafede. Diversi magistrati di alto lignaggio hanno tutti parlato di una legge che serviva all'Italia per metterla al pari degli altri Stati e smentiscono ogni previsione apocalittica a proposito della sua entrata in vigore. La sostengono i familiari delle vittime che, seppur non riguarderà i loro casi, non vogliono che la beffa che è capitata (o può capitare) a loro, possa accadere ad altri. La sostengono, anche a leggere diversi sondaggi d'opinione, la grande maggioranza degli italiani. Quindi, perchè tutto questo astio per una legge che dice una cosa chiara e semplice? Una volta che lo Stato emette una sentenza (in nome del popolo italiano, è bene ricordarlo) a quel punto bisogna arrivare fino in fondo, dare una risposta di giustizia, qualunque essa sia».

«La spiegazione dei partiti – prosegue il post – è quello che ogni comune cittadino definirebbe un paradosso. Allora, seguire con attenzione: PASSO1: La riforma della Prescrizione non può entrare in vigore con processi così lunghi; PASSO2: Ecco la legge che dimezza i tempi dei processi (disponibile già dai primi di ottobre); PASSO3: Ti blocco la legge che dimezza i tempi, perchè la Prescrizione non può entrare in vigore con processi lunghi e serve rinviarla. Ecco, questi tre passi possono essere ripetuti all'infinito, il classico cane che si morde la cosa. Questa è la grande ipocrisia dei partiti: bloccano la riforma che taglia i tempi del processo perchè devono rinviare la Prescrizione perchè devono diminuire i tempi dei processi. La cosa si commenta da sè e non ci vuole un genio per capire che non regge. Ci sono state proposte sulla diminuzione dei tempi del processo? No. Ci si concentra sulle proposte per snellire il processo penale? No. Ci sono stati interventi per smontare la riforma del processo penale? No. Stanno tutti a parlare della Prescrizione e a nessuno importa che i cittadini continuino ad avere processi lunghi. Di questo non importa a nessuno, tranne al Movimento 5 Stelle che ha già pronta una riforma che – con interventi mirati – porta il tetto del processo penale a 4 anni per tutti e tre i gradi di giudizio (tre anni una volta a regime, dopo due anni dall'entrata in vigore). Ma di questo non ve ne parlerà nessuno, perchè vi parleranno tutti di Prescrizione. E dei tempi del processo? No – conclude il post di M5s – bisogna rinviare la Prescrizione».

E Luigi Di Maio su Facebook ha commentato: «Sulla Prescrizione credo sia opportuno mettere le cose in chiaro. La nostra riforma dal primo gennaio diventa legge. Su questo non discutiamo. Se qualcuno sbaglia deve pagare, non può farla franca perché il processo si è dilungato. Dalle dichiarazioni di ieri ho capito che il Pd vorrebbe votare una legge con Salvini e Berlusconi per far tornare la Prescrizione com'era ideata da Berlusconi. Sarebbe un Nazareno 2.0, ma avrò capito male io…».

Da parte PDF interviene Alfredo Bazoli, capogruppo PD in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati ed esponente di Base Riformista: «Il PD non cerca e non vuole lo scontro e la rottura sulla giustizia, ma la pazienza non è infinita». E prosegue: «Leggo continue dichiarazioni di chiusura del Movimento Cinque Stelle sul tema della Prescrizione. Allora è bene ribadirlo con chiarezza. La riforma Bongiorno- Bonafede sulla Prescrizione rischia di causare processi infiniti, con danno soprattutto per chi chiede giustizia. Non lo dice il Partito Democratico ma, tra gli altri, pubblici ministeri del calibro di Bruti Liberati e Maresca. Occorrono dunque misure incisive a tutela della ragionevole durata del processo. O vi è una apertura al dialogo, dunque, come dovrebbe accadere in una maggioranza politica, oppure il PD farà esattamente come il Movimento Cinque Stelle che pretende di imporre a questa coalizione una riforma fatta con la Lega». La conclusione di Bazoli è: «Ci riterremo dunque liberi di fare valere le nostre ragioni politiche in parlamento con chi ci sta».

Anche il presidente dei senatori PD Andrea Marcucci afferma: «Di Maio forse non ha capito la gravità della situazione. Sulla Prescrizione, non faremo passi indietro. Non si può accettare una norma anticostituzionale come il blocco della Prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Non si possono sottoporre i cittadini a processi infiniti. Ci sono diverse soluzioni tecniche da affrontare ora, consiglio al capo del M5S di smetterla con le provocazioni».

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