Una serie di punti sono stati stabiliti dall’accordo tra Parlamento europeo e Consiglio per l’aggiornamento dei crimini ambientali in UE. In primis la distruzione di un ecosistema o un habitat che fa parte di un sito protetto, così come deteriorare la qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo, verra considerato come un reato di ecocidio. Inoltre sono state previste ulteriori fattispecie per cui vengono comminate pene.
In particolare fra le nuove fattispecie figurano l’importazione e l’uso illegale di mercurio e di gas fluorurati. Tali gas alterano potenzialmente il clima più di 24mila volte quello della CO2. Inoltre entrano nella lista dei crimini anche lo sfruttamento illegale di risorse idriche e l’inquinamento causato dalle navi.
Sono previsti anche dei rialzi di pene per chi commette reati. 10 anni di reclusione per privati e responsabili aziendali che commettono crimini che portano alla morte, mentre per i reati ambientali minori la pena massima è fissata a 5anni di carcere.
“Abbiamo negoziato con successo una posizione di tolleranza zero nei confronti dei crimini ambientali che hanno enormi conseguenze per la salute umana e l’ambiente. É fondamentale combattere questi crimini transfrontalieri a livello europeo con sanzioni armonizzate, dissuasive ed efficaci per prevenire nuovi crimini ambientali. La prevenzione è fondamentale, ed è per questo che abbiamo evidenziato la necessità di maggiori risorse, ricerca, formazione e campagne di sensibilizzazione rivolte sia al settore pubblico che a quello privato”. Queste le parole del relatore della proposta per l’Europarlamento Antonius Manders.