Politica

LE CONTESTAZIONI A BERLUSCONI

Berlusconi va a Torino a parlare a sostegno del candidato sindaco del suo schieramento, Michele Coppola, e a distanza di pochi giorni dalle contestazioni subite dal premier ai festeggiamenti nel giorno dell’unità nazionale, ecco ripetersi la protesta. Questa volta però, come mostrano le immagini disponibili sulla Rete, qualcosa di diverso c’è.
Spuntano le bandiere con falce e martello, spuntano i ragazzi con il volto coperto e gli striscioni del “Se non ora, quando?”. Insomma, la contestazione al capo del governo non è per nulla da qualificare come il malessere della società civile e dell’opinione pubblica italiana ma, piuttosto, come l’espressione di un certo, solito, gruppo organizzato, per giunta affatto composito ma assai ben contraddistinto politicamente. Deve Berlusconi preoccuparsi di queste contestazioni che ieri lo vedevano aggettivato come mafioso, ladro, criminale e oggi “semplicemente” connotato come porco, maiale, cliente di prostitute? Probabilmente no, ma questo genere di contestazioni sono purtroppo il termometro della situazione politica italiana. Il nostro è – irrimediabilmente – un Paese di seconda fascia in Occidente. Non conosciamo il pudore e le regole che sovrintendono al confronto politico civile e ordinato.
A Torino le contestazioni hanno assunto un carattere così violento e comunque ampiamente sopra le righe, da aver costretto all’intervento le forze dell’ordine. Non esiste da nessuna parte un comportamento del genere. Il presidente del Consiglio, il presidente della Camera, il Capo dello Stato, si rispettano a prescindere dalle proprie convinzioni, perché prima vengono le istituzioni e solo dopo tutto il resto.

 

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