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La rassegna di SPIN (22-04-2015)

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Scritto da vocealta

logo spinSui quotidiani sono fondamentalmente due i temi trattati: la tragedia dei migranti con l’Europa alla ricerca di soluzioni politiche, e la battaglia politica interna sull’Italicum. Bell’approfondimento del Sole 24 Ore sulla rinascita produttiva del distretto biomedicale dell’Emilia Romagna.

Tragedia dei migranti. Editoriale di Ainis sul Corriere: “Come punire i nuovi schiavisti”: «Non si può essere garantisti con chi frusta questo carico umano per costringerlo a un’obbedienza cieca, oppure lo scaraventa in mare».

Sempre sul Corriere, Sarzanini scrive che «oggi solo una barca su quattro viene distrutta o sequestrata, l’obiettivo è eliminarle tutte».

Guido Olimpio descrive le rotte dei negrieri libici.

Su Repubblica intervista all’orientalista Olivier Roy: «Serve un coordinamento europeo e bisogna stabilizzare la situazione in Libia».

Andrea Bonanni prova ad anticipare il piano dell’Europa (che tra l’altro si dice pronta ad azioni militari): il modello è l’Operazione Atalanta che Bruxelles conduce da anni al largo delle coste somale contro i pirati.

«Sparare agli scafisti, ecco la soluzione. L’Europa ci sta pensando» è il titolo d’apertura del Giornale.

Profondo lo scritto di Elisabetta Rasy sul Sole: “La pietà e il sogno che diventa incubo”.

Sempre sul Sole analisi geopolitica di Alberto Negri: “Unire le tre Libie”.

Di una convergenza Italia-Francia sul Mediterraneo scrive sul Foglio Jeann-Pierre Darnis.

A fare da trait-d’union tra la tragedia dei migranti e le pastoie politiche di casa nostra ci sono due interviste.

Matteo Salvini che al Tempo propone l’ergastolo per gli scafisti e aggiunge: “Se vinco in una regione rossa, Renzi deve andare a casa”-

Ed Emanuele Macaluso che, intervistato dal Corriere, dice: «Il partito vive alla giornata, senza un’idea. Non c’è un’identità, non ci sono valori e così a livello locale può succedere di tutto. Renzi dovrebbe dedicarsi alla tragedia dei migranti e invece è concentrato solo sulla legge elettorale».

Ed eccoci così all’Italicum. Analisi di Antonio Polito (“L’urgenza sospetta del premier”) in cui sottolinea come Renzi stia trasformando il dibattito sulla legge elettorale in una corrida e che l’impressione è che il presidente del Consiglio voglia approvare il testo per chiudere la legislatura e andare al voto.

Stefano Folli su Repubblica scrive di “bizzarra storia della riforma elettorale che si avvia alla conclusione in un crescendo di effetti speciali che nascondono anche qualche ambiguità” e chiude ricordando che con un partito lacerato Renzi potrebbe incontrare seri problemi se la condizione economica non migliora.

Federico Geremicca su La Stampa opta per la metafora calcistica e ricorda che per un tifoso di calcio come Renzi l’obiettivo è vincere, anche con un gol in fuorigioco al novantesimo e che la minoranza del Pd rischia l’irrilevanza politica. Sempre su La Stampa Gramellini ricorda al premier che sono sempre i più fedeli a tradire.

Nel retroscena di Maria Teresa Meli, Renzi dice: «Mi votino contro se vogliono, la nostra gente è col governo». Un premier che si sente nel mirino è anche l’oggetto del retroscena di Repubblica: “L’obiettivo sono io, non la legge elettorale”.

Spassosa e intelligente la cronaca delle tribolazioni del Pd a firma Salvatore Merlo sul Foglio.

Per gli appassionati di trovate parlamentari, Mario Ajello sul Messaggero cita il “deportellum” coniato da Brunetta.

Caso De Luca. Stranamente poco spazio dedicato alle motivazioni della sentenza di condanna per abuso d’ufficio di Vincenzo De Luca, il tanto discusso candidato del Pd alla presidenza della Regione Campania. Se ne occupa diffusamente Il Fatto quotidiano (oltre al Mattino), a firma Vincenzo Iurillo: “La nomina era illegittima e De Luca lo sapeva”, hanno scritto i giudici: “De Luca creò una poltrona per un suo amico”. Si tratta della condanna che potrebbe far scattare la legge Severino in caso di elezione.

Interni. Bell’articolo di Salvatore Cannavò sulla nouvelle vague renziana e sulla battaglia politica di Tito Boeri, presidente dell’Inps, che ha come obiettivo la detronizzazione del ministro Poletti.

Al Corriere approfondimento sull’Anas, con Ciucci che dice: «Non è corrotta, su di noi nemmeno un’intercettazione eppure sembro il responsabile di ogni nefandezza”. Ampio servizio, di natura diversa, sul Fatto quotidiano: “Tutti i guai di Delrio con i furbetti delle autostrade”.

Il viceministro Nencini annuncia che nascerà l’albo dei lobbisti e che per quel che riguarda gli appalti non sarà più il general contractor a nominare il direttore dei lavori, ma la stazione appaltante”. Lo scrive Repubblica.

Duemila emendamenti per la riforma della scuola. E analisi di Tomaso Montanari su Repubblica che denuncia come nella buona scuola non si studierà più storia dell’arte.

Il corsivo del giorno del Corriere porta la firma di Dario Di Vico e ha un titolo inequivocabile: “La triste resa del calcio ai criminali chiamati ultrà”.

Emergenza giustizia, Luca Fazzo in prima pagina sul Giornale: “Servono toghe al Sud, l’assenza di giudici è peggio della mafia”.

Economia. “Meglio destinare il tesoretto al consolidamento dei conti”, efficace titolo del Sole 24 Ore per tradurre il pensiero di Bankitalia.

Apertura dedicata al nuovo fisco da parte del Sole 24 Ore. “Controlli fiscali, fatture on line, scontrini, ecco cosa cambia”. “Il tempo sprecato e le occasioni da non perdere” è il titolo dell’editoriale.

Molto interessante, sempre sul Sole, la notizia che a tre anni dal terremoto torna a crescere l’export del distretto biomedicale dell’Emilia Romagna. Analisi di Lello Naso: “Ma non chiamatelo miracolo”.

Da leggere, sempre sul Sole, le riforme in lista d’attesa, tra cui quella del catasto. Nonché un approfondimento sullo split payment.

L’apertura del Foglio è dedicata a Goldman Sachs e Morgan Stanley, “storia di due banche di Wall Street diversamente profittevoli e della capacità unica del capitalismo di rigenerarsi”, firma Mattia Ferraresi.

Il Corriere dà conto di un importante provvedimento assunto dalla commissione tributaria provinciale di Milano che ha dichiarato la nullità di un avviso di accertamento sottoscritto da un funzionario dell’Agenzia delle Entrate cui erano stati conferiti incarichi dirigenziali senza concorso pubblico.

Il Sole dedica un editoriale alla crescita delle imprese italiane nel settore della green economy.

Expo. Elisabetta Soglio sul Corriere scrive che otto giovani su dieci hanno rifiutato un contratto di lavoro per l’Expo con uno stipendio tra i 1.300 e i 1.500 euro.

Esteri. Spazio alla condanna in Egitto per l’ex leader Morsi: niente impiccagione per lui, vent’anni di carcere. Così come al processo o Oskar Gröning, il contabile di Auschwitz.

Su Repubblica la rimozione del vescovo di Kansas City che coprì abusi sui minori.

Ancora su Repubblica articolo sul vertice di domani tra Merkel e Tsipras per “sbloccare lo stallo”. L’Unione europea: «Atene faccia di più».

Diventa un cartoon la tragedia di David Grossman che fa rivivere in un cowboy il figlio morto in guerra in Libano. Avviene nel giorno in cui Israele celebra i 23.320 caduti in settant’anni di guerre.

In prima pagina del Corriere articolo di Giuseppe Sarcina: “Le tracce sul web non si cancellano, così rivedremo le nostre ricerche: un servizio di Google permetterà di scaricare ogni parola digitata a partire dal 2011.

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