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La rassegna di SPIN (05-05-2015)

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Scritto da vocealta

rassegnaI quotidiani italiani aprono praticamente tutti sull’approvazione dell’Italicum, la vittoria di Renzi e il parallelo costituirsi di una pattuglia abbastanza compatta di opposizione interna al Pd, guidata da Bersani. Più defilata la notizia dell’assalto armato andato in scena in Texas per un concorso di vignette che ospitava anche caricature di Maometto. Sale la protesta per la riforma della scuola e c’è coda polemica sulla gestione dei fatti di Milano.

 

Scuola

 

Sul Corriere: “I professori contro la riforma della scuola. Cortei in sette città. Oggi lo sciopero”.

Intervistato da Corrado Zunino per Repubblica il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, si dice incredulo: “Incomprensibile scioperare contro centro mila assunzioni e con un metodo che mette al centro il merito”. Parlando con Manuel Fondato per Il Tempo, l’ex ministro dell’Istruzione, Gelmini, dice: “I sindacati strumentalizzano gli insegnanti. Rivendico il fatto che – pur contestate – le mie riforme sono state confermate. Evidentemente erano giuste”.

 

Italicum

 

Il costituzionalista Azzariti, sentito per Repubblica da Liana Milella, pur non apprezzando la nuova legge elettorale, ammette che non sarà facile chiedere il referendum. Individua però quattro punti deboli: premio attribuito anche a una lista dalla scarsissima rappresentanza reale; capilista che per partiti piccoli e medi rappresenteranno il 100% degli eletti; pluricandidature che rimetteranno nelle mani del partito la scelta dell’eletto; diversità di norme tra Camera e Senato che introduce non tanto una semplice differenza, ma un’assoluta irrazionalità del sistema.

 

Le ripercussioni sul decollo definitivo dell’Italicum sono tutte nei partiti. Su Repubblica, scrive Goffredo De Marchis, la minoranza dem va al contrattacco e prepara un Vietnam al Senato. Nelle stesse pagine, Carmelo Lopapa segnala la vittoria della linea di Berlusconi su quelle di Fitto e Verdini: la linea era non partecipare alle votazioni e, sostanzialmente, nessuno ha partecipato eccezion fatta per la fase degli ordini del giorno. Anche gli azzurri, come i bersaniani (emerge su Repubblica il giovane deputato Enzo Lattuca), si sentono più forti in vista delle partite future in arrivo a palazzo Madama. Pippo Civati, per parte sua, in un’intervista al Fatto Quotidiano conferma: “Sono pronto a uscire dal Pd. Con me pochissimi, ma è solo l’inizio”. Travaglio suona la carica: “Diamoci da fare con il referendum”. Obiettivo del direttore del Fatto Quotidiano è abbattere l’Italicum. E Brunetta al Foglio: “Vedrete se mi sbaglio, l’approvazione dell’Italicum segna la fine della legislatura”. 

 

Fabio Martini, su La Stampa, ci avvisa del nuovo fronte per il premier: sminare la Consulta che potrebbe fungere da terza Camera e frenare l’iniziativa dell’esecutivo. Entro due mesi però, quindi dopo le Regionali, occorre rieleggere tre componenti della Consulta, due di centro destra e uno di centro sinistra. Quale migliore occasione per battere un colpo e, magari, alterare già i rapporti di forza dentro alla corte costituzionale?

 

E adesso che fare? Su La Stampa, Giovanni Orsina ipotizza le tre strade che può imboccare a questo punto Renzi: proseguire nel cammino delle riforme istituzionali, affrontare la sfida decisiva ma difficile del rilancio economico o percorrere la strada non costosa ma ideologica delle questioni eticamente sensibili sul modello Zapatero?

 

Regionali

 

Riciclati.  Ampio spazio di Repubblica ai recuperi di De Luca: tra ex fascisti ed ex cosentiniani il quadro non è dei più edificanti per il partito del Rottamatore. 

 

Lo sguardo al centro destra è assicurato da Fabrizio De Feo che vede Ncd e Forza Italia più vicini dopo l’approvazione dell’Italicum e conferma l’interesse di Berlusconi a ricostruire una casa comune dei moderati.

 

Economia

 

Ivo Caizzi sul Corsera. Italia crescita debole, torna l’inflazione. Le stime di primavera giungono oggi all’esame dell’Ue. Il Pil a +0,6%, nel 2016 aumenterebbe dell’1,4%. Deficit pubblico al 2,6%. Ma come immaginabile, su derivati e rimborso pensioni, Bruxelles chiede chiarimenti. Per il 2016 l’indice dei prezzi registrerà un aumento dell’1,8%.

Nelle stesse pagine, Giuliano Ferraino annota la “Missione greca da Draghi” mentre si assiste a un ridimensionamento di Varoufakis  e al messaggio del Fondo monetario internazionale all’Eurozona perché cancelli almeno una parte del debito di Atene. Il rischio, se non si incentiva una ripresa greca, è una terza e costosa operazione di salvataggio che, per giunta, presenterebbe sbocchi non prevedibili.

 

Sicurezza

 

Intervista concessa da Diego Abatantuono al Fatto Quotidiano, a firma Davide Vecchi: “Non fermano i violenti perché non vogliono”.

 

Il Tempo si concentra sul trattamento che le polizie di mezzo mondo riservano ai violenti. In un documentato articolo a firma Giulia Bianconi e Maurizio Gallo appare chiara la debolezza con cui operano i nostri addetti alle forze dell’ordine: “Noi i black block li picchiamo e poi li arrestiamo. Se sono armati non è protesta ma sommossa. Proviamo a intervenire prima che il reato sia commesso. Chi aggredisce un poliziotto va dritto in prigione”. E così via.

 

Esteri

 

Caso Marò. Fallita la via diplomatica. L’Italia decide (finalmente) di ricorrere all’arbitrato internazionale. Articolo diffuso di Danilo Taino sul Corsera.

Sempre sul Corriere interessante nota di Guido Santevecchi su navi russe e cinesi nel Mediterraneo. Cosa bolle in pentola? Tra volontà di mostrare i muscoli e difendere i propri interessi, l’unica certezza è che il mondo è cambiato.

 

Arturo Zampaglione su Repubblica descrive l’attacco armato (fallito) in Texas. In sintesi: due uomini hanno sparato contro un centro congressi dove si teneva un concorso provocazione per la migliore vignetta su Maometto. Subito uccisi dalla polizia: sui social avevano promesso fedeltà ad Al Baghdadi. La rabbia di Obama: “Nessuna forma di espressione, anche se offensiva, giustifica atti di violenza”.

 

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